Il leader Radicale Marco Pannella è stato cacciato dal corteo degli studenti dopo aver provato a unirsi a loro che entravano su via Labicana a Roma. Pannella, a causa del comportamento dei radicali durante il voto di fiducia al governo, è stato quindi respinto anche con insulti e con parole che gridavano “venduto”, “buffone”, e “traditore”. Ma questo è solo l’apice della rabbia nei confronti dei radicali, che nei giorni scorsi si sono visti attaccati principalmente sul web. Quando la notizia dei loro movimento nel Transatlantico si è cominciata a diffondere, sui siti dei maggiori quotidiani nazionali e sui maggiori blog dedicati al tema della politica, i commenti si sono sprecati, tutti di disapprovazione nei confronti di Pannella e del partito. Ma vediamo come è andata la giornata “incriminata”: l’opposizione aveva annunciato che non si sarebbe presentata in aula a votare fino a che la maggioranza non avesse raggiunto il numero legale, facendo così correre il rischio di annullare il voto e il blocco dei lavori. Fino all’ultimo non si sono visti Michele Pisacane, Antonio Milo e Pippo Gianni. Questi ultimi due rispondono comunque alla prima chiama, portando così la maggioranza a 315, poi anche il ripensamento di Pisacane, arrivato in Transatlantico per la seconda chiama, così si arriva a 316 contro i 301 dell’opposizione. Ma la tattica elaborata da Pd, Idv, Udc, Fli, Api, Mpa e Libdem è destinata a fallire quando i radicali spuntano nell’emiciclo verso la fine della prima chiama: «I radicali stanno entrando», grida qualcuno, e partono anche gli insulti, cominciando da Rosy Bindi, presidente dell’Assemblea del Pd: «Che str… Quando gli str… sono str… galleggiano anche senz’acqua», ha detto, trovandosi poi davanti il tentativo di Lupi (Pdl) di placare gli spiriti: «State calmi, che tanto anche senza radicali avevamo superato il numero legale. Stavamo già ai 315». Ma la Bindi non ci sta: «Sì, infatti, difendiamo quei poveri ragazzi…». E continua: «I radicali sono entrati in Aula prima che fosse dato il nostro segnale. I numeri adesso li verificheremo ma il problema è che continuano a comportarsi da autosospesi. Adesso le strade si dividono e la nostra, checché ne dica Pannella, va dalla parte giusta». Proprio Pannella infatti ha risposto a tono alle critiche del Partito Democratico: «Sono degli artisti, sono riusciti a regalare di nuovo un altro successo a Berlusconi. Non possiamo fare di mestiere quelli che salvano i carcerati e i democratici. Sospetto ci sia del masochismo, riescono a essere mangiati anche quando l’altro è in polpette. Se ci tengono a essere totalmente dipendenti dalla loro mediocrità assoluta, facciano pure».