Si è svolto oggi il primo congresso nazionale del partito di Domenico Scilipoti, il Movimento di Responsabilità nazionale. Un’apertura che non si è fatta mancare nulla, dalla banda che ha suonato l’inno d’Italia a sei modelle arrivate in limousine, definitesi sostenitrici di Scilipoti. Il  leader dei Responsabili, scaldando la platea, ha dichiarato che se cadesse Berlusconi, una lobby per nulla nobile, quella delle banche, sarebbe pronta a spartirsi il Paese. Scilipoti, parlando di Scilipoti (parlare di sé in terza persona è un vezzo che, probabilmente, crede faccia tanto chic) si è indignato, denunciando il fatto che nessuno si è mai accorto che conosce una seconda lingua, il portoghese. Nessuno se ne è mai accorto, ha detto, perché lo hanno sempre considerato un cialtrone, premiato dalla buona sorte, e finito in Parlamento per caso. Ma, prima di andare in Parlamento, è sempre stato un medico. E qui, il pubblico lo ha applaudito. Ad un certo punto, è arrivato anche l’ospite d’onore, il premier Silvio Berlusconi. Che ha raccontato di aver dovuto lasciare una professione che conosceva molto bene e che amava per sottrarre l’Italia all’ipotesi di un governo guidato dai comunisti ortodossi. Il premier ha raccontato che, da quando è sceso in campo, non gli hanno fatto mancare nulla: aggressioni mediatiche, politiche, giudiziarie (di cui si è definito «recordman» dell’universo con 103 indagini e 40 processi), fisiche (il modellino scagliatogli contro a Milano), patrimoniali (da De Benedetti, «tessera numero uno del Pd») e, infine, «le calunnie di cui mi hanno riempito negli ultimi tempi trasformando la mie cene eleganti, divertenti e allegre in cose indicibili». Il premier ha anche raccontato di quanti gli volevano bene e, quando scese in campo,  «mi dissero: “Te ne faranno di tutti i colori, ti verranno addosso con la loro stampa e i loro giudici”, ed è stato anche peggio di quanto preventivato». Infine, dopo aver ricordato che il premier non ha altri poteri se non quelli derivanti dalla sua autorevolezza, ha ringraziato i Responsabili, che hanno consentito di mantenere in vita il governo e la maggioranza.



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