Un Consiglio dei ministri straordinario è stato convocato questa sera, dal premier Silvio Berlusconi, per affrontare le sfide che l’Europa ci ha imposto. Che hanno imposto al premier, in particolare, i leader che ieri nel corso del vertice europeo, ha incontrato. Colloqui molto duri, in cui gli sarebbe stato detto chiaramente di farsi da parte. Era partito con l’intenzione di reagire con durezza ad ogni eventuale ingerenza. Ma, alla fine, pare che  abbia avuto la peggio. La cifra più significativa del clima di ieri è stato un episodio avvenuto in una conferenza stampa congiunta tra a il presidente francese Nikolas Sarkozy e la cancelliera tedesca, Angela Merkel. Un cronista ha chiesto loro se ci fosse da fidarsi dell’Italia. I due si sono scambiati uno sguardo d’intesa, non riuscendo a trattenere dei sorrisini. Il che ha provocato l’ilarità dell’aula. Successivamente il premier italiano ha imputato l’episodio al fatto che Lorenzo Bini Smaghi, nel board della Bce, non sembri intenzionato a mollare la propria poltrona, lasciando libero un posto per la Francia che, da quando si è insediato Mario Draghi alla presidenza, succedendo a Jean-Claude Trichet, se ne ritrova sprovvista.



Berlusconi ha raccontato che sarebbe stata proprio la posizione di Bini Smaghi a irritare pesantemente Sarkozy. Sta di fatto che i leader di Francia e Germania non sarebbero i soli ad aver posto ad Berlusconi un duro aut aut, invitandolo a fare al più presto le riforme, sinora disattese, per dare un segnale di responsabilità all’Europa e ai mercati finanziari. E invitandolo, soprattutto, ad andarsene. Il presidente della Commissione europea Barroso si sarebbe spinto ben oltre. Arrivando a dire che l’Europa non solo è preoccupata per le sorti dell’Italia. Ma che l’Italia è considerata il vero problema dell’Europa. Berlusconi ha fatto presente che, se tutti gli Stati indicassero una strada, l’Italia potrebbe realizzare più facilmente delle riforme politicamente sconvenienti. Barroso gli avrebbe risposto che non è compito delle cancellerie degli altri Paesi indicare la strada all’Italia. E che Berlusconi farebbe meglio a seguire la linea Zapatero. Riforme lacrime e sangue subito ed elezioni anticipate. Sta di fatto che il premier, nel vertice di questa sera, Tremonti e Bossi permettendo, accelererà sulla riforma delle pensioni.



«In Ue si è parlato di un’uguale età pensionabile per tutti a 67 anni: lo farò presente alla Lega anche perché siamo l’unico Paese ad avere anche le pensioni di anzianità», ha detto. Poi, ha ipotizzato che il raggiungimento del pareggio di bilancio prima del 2013. Non escludendo per raggiungere un tal fine la vendita del patrimonio dello stato. 

 

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