Anche Napolitano ha deciso di intervenire sul comportamento che i principali leader europei stanno adottando nei confronti del nostro Paese. In particolare, alla luce dell’episodio del vertice europeo, quando Angela Merkel e Nikolas Sarkozy, ha chi ha chiesto loro se si fidino dell’Italia, hanno replicato mettendosi a ridere. Nel corso del vertice, i capi di Francia e Germania, insieme al presidente della Commissione Europea, Manuel Barroso e al presidente del Consiglio europeo, Van Rompuy, hanno invitato caldamente il presidente del Consiglio italiano a varare al più presto le riforme necessarie per guadagnarsi la fiducia dei mercati finanziari e delle istituzioni europee. E a sloggiare, dimettendosi al più presto, seguendo il modello Zapatero: riforme “lacrime e sangue” ed elezioni anticipate. Hanno, infatti, affermato che il vero problema è lui. Ebbene, secondo il capo dello Stato, anche se, effettivamente, è necessario tradurre in pratica gli ammonimenti dell’Europa, «nessuno può commissariare l’Italia». Il presidente della Repubblica ha fatto sapere che domani, parlando al Collegio d’Europa di Bruges, ribadirà il convinto attaccamento del nostro Paese all’euro e all’unione degli Stati dell’Europa. Sottolineerà inoltre come sono questi i principi che guidano il nostro Paese nell’uscita dalla crisi. Poi, ha aggiunto: «Inopportune e sgradevoli espressioni pubbliche – a margine di incontri istituzionali tra i capi di governo – di scarsa fiducia negli impegni assunti dall’Italia, non possono farci perdere di vista la sostanza delle questioni e delle sfide che abbiamo davanti». Ribadendo che stanno venendo messe in campo tutte le misure per garantire la capacità di solvenza del nostro debito pubblico in relazione all’emissione di titoli, ha fatto presente che «nessuno minaccia l’indipendenza del nostro paese o è in grado di avanzare pretese da commissario». Napolitano, poi, ha ricordato come il nostro Paese da 60 anni abbia deciso, in nome dell’unità dell’Europa, di cedere quote di sovranità. A parità, tuttavia, degli altri Stati.
Il capo dello Stato si è detto convinto, inoltre, di come, nell’attuale situazione, siamo tutti «nella stessa barca in un mare in Tempesta». E, rivolgendosi ancora una volta al governo, lo ha spronato a smetterla con gli annunci ma a varare al più presto quelle misure necessarie a rilanciare lo sviluppo.