Le parole di Gianfranco Fini a Ballarò contro la moglie di Umberto Bossi, Manuela Marrone, non sono andate già alla Lega Nord («La moglie del Senatùr è andata in pensione a 39 anni», ha dichiarato ier sera in trasmissione il leader di Futuro e Libertà). E così, i deputati del Carroccio oggi hanno chiesto le dimissioni del presidente della Camera.
Il capogruppo della Lega, Marco Reguzzoni, ha preso la parola in Aula ricordando a Fini che all’epoca il fatto non era in regola con le leggi vigenti. La Lega non era ancora giunta in Parlamento, ma Gianfranco Fini sì «e non ha fatto nulla». Appena concluso il suo intervento, dai banchi leghisti si è alzato il coro “dimissioni, dimissioni”. «Il suo comportamento di questo giorni è inopportuno: chi presiede la Camera non può sedere in uno studio televisivo al livello di altri leader politici», ha proseguito Reguzzoni, tra gli applausi dei deputati di tutta la maggioranza.
Mentre il finiano Italo Bocchino stava per prendere la parola per replicare alle accuse dei leghisti, si è sfiorata la rissa. Claudio Barbaro (Fli) e Fabio Rainieri (Lega Nord) sono infatti venuti alle mani. Immediato l’intervento dei commessi.
La seduta è stata sospesa da Rosy Bindi che si è anche scusata con il gruppo di giovani che ha assistito ai lavori. «È la solita porcilaia fascista», ha commentato un deputato leghista, puntando il dito su Ranieri. Sarebbe stato lui, secondo i leghisti, a iniziare a muovere le mani, lasciando il proprio posto per dirigersi tra i banchi della Lega.
La seduta è ripresa, ma la tensione non è scesa. L’ingresso di Gianfranco Fini, infatti, è stato accolto di nuovo dal grido “dimissioni, dimissioni”.
I commessi sono comunque schierati in forze per dividere i futuristi dai leghisti.
«Stendiamo un velo pietoso sulle contestazioni leghiste a Fini. In un paese normale la critica al presidente della Camera, terza carica dello Stato, che partecipa ad un dibattito televisivo politico sarebbe stata legittima, ma in questa situazione è semplicemente assurda», ha commentato il capogruppo dell’Italia dei Valori, Massimo Donadi. «Solo quando Bossi e Berlusconi si saranno dimessi dai rispettivi incarichi la Lega avrà la legittimità politica per chiedere il rispetto del galateo istituzionale», ha concluso.
Critico anche l’ex pidiellino Santo Versace: «Onorevoli colleghi, non vi sembra più opportuno chiedere le dimissioni di chi ha reso questo paese lo zimbello del mondo?».