Silvio Berlusconi è intervenuto oggi al Palazzo dei Congressi  di Roma durante gli Stati del commercio estero. E spara a raffica su vari argomenti, tra cui l’euro. Secondo il capo del governo, infatti, l’euro sarebbe sotto attacco perché è una moneta che non ha convinto nessuno. E’ una moneta, ha spiegato, che non appartiene a un solo Stato ma a tanti, però ognuno con il proprio governo e senza una banca unica di riferimento. Una moneta strana, secondo il premier che proprio per questo è sotto attacco della speculazione.Una speculazione che dopo la Grecia si sta adesso rivolgendo ad altri Paesi e l’Italia è in prima fila di questo attacco a causa di un debito pubblico ereditato dal passato. Riferendosi al grave momento di crisi toccato dai Btp, ha invece detto esserci una situazione di grande tensione per gli spread, con le aste che oggi hanno superato il 6% di interesse e ciò graverà sulla nostra finanza. Berlusconi ha poi detto che l’opposizione non può non sostenere le misure che il governo italiano ha concordato insieme all’Unione europea: “Abbiamo la possibilità di farcela nonostante la crisi. Oggi ne sono ancor più convinto: arriveremo al 2013, abbiamo un programma preciso di riforme che metteremo in campo. Provvederemo a lavorare in questi 18 mesi fino al termine della legislatura e sono convinto che anche l’opposizione, dopo aver visto che il governo tiene, dovrà adeguarsi a questa esigenza di tutto il paese e ci renderà più facile la vita in Parlamento”. Parlando quindi di se stesso, ha ammesso di essere invecchiato molto, ma non nel cervello e che avrebbe molta voglia di lasciare il suo incarico, ma visto quanto mette in campo la sinistra come sua alternativa, e cioè Bersani, Di Pietro e Vendola capisce di avere la responsabilità giusta verso il bene del Paese e dei suoi figli. Il contenuto del suo discorso poi si è spostato su un tema consueto, la magistratura. Ha detto di essere stato assolto per non aver commesso il fatto in 25, 26 processi, che però gli sono costati 400 milioni di euro in avvocati e consulenti.



Unendoci i 600 milioni che deve dare a De Benedetti, gli attacchi della magistratura nei suoi confronti gli sono costati un miliardo di euro. Il caso della lettera dei presunti ribelli del Pdl che hanno chiesto le sue dimissioni: per il premier si tratterebbe solo di una bufala di cui non ci sono tracce.

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