Berlusconi non molla. Andrà avanti sino alla scadenza naturale del suo mandato, senza dimettersi. Lo ha detto ai giornalisti, dopo un caffè  alla bouvette della Camera e una passeggiata in Transatlantico con il ministro dell’Economia Giulio Tremonti. Ai cronisti, rispetto all’ipotesi che qualcuno, magari il capo di in Consiglio tecnico, possa sostituirlo, si è limitato a liquidare la questione con un «arriva un altro, ma poi cosa fa? Ma và…». Parlando dei sui rapporti con Tremonti che da mesi, secondo l’opinione comune, definirli burrascosi è un eufemismo, ha giurato che non sono mai stati così buoni. Tra i due – ha sottolineato il premier – sussiste un’amicizia trentennale, e mai come in questo momento hanno lavorato armoniosamente insieme. Certo, ha ammesso, non si può esser d’accordo su tutto. Al che, lo stesso Tremonti, di rimbalzo, ha aggiunto. «Abbiamo diverse idee sui soldi…». Sono tutte storie, quindi, quelle raccontate dagli organi di informazione nelle scorse settimane, a quanto dice il presidente del Consiglio. Berlusconi ha affrontato anche il tema della successione al governatore della Banca d’Italia Mario Draghi, nominato direttore della Banca Centrale Europea. E’ noto che anche questo tema vede il premier e Tremonti schierati in opposte fazioni. Il primo vorrebbe alla guida di Bankitalia Frabrizio Saccommani, direttore generale della Banca d’Italia, il secondo Vittorio Grilli, direttore generale del Tesoro. Stando alle dichiarazioni di Berlusconi, sarà lui a vincere il braccio di ferro. Il premier ha, infatti, dichiarato che il verdetto sulla nomina sarà emanato entro il primo novembre. E ha aggiunto che sarà prerogativa della presidenza del Consiglio dei ministri. Poi, con i cronisti, si è lasciato andare senza porsi filtri. Parlando della magistratura, ha detto che al suo interno ci sono schegge impazzite che puntano all’eversione. A chi gli ha chiesto di commentare la decisione di Marchionne di lasciare Confindustria, si è limitato a dire: «Non voglio dare giudizi», mentre sugli industriali che starebbero facendo politica, ha commentato: «La testa ce l’avete anche voi...».



Berlusconi, ipotizzando che accada qualche incidente che non consente di concludere la legislatura nel 2013, si è detto convinto che, in tal caso, non avrebbe neanche il tempo per cambiare nome al partito. Perché questo è il suo obiettivo. Un cambiamento è necessario, perché «il nome del Pdl non è nel cuore della gente.”Si accettano dei suggerimenti, faremo fare dei sondaggi», ha aggiunto, non trattenendosi dal fare una battuta di dubbio gusto: «Mi dicono che il nome che avrebbe maggiore successo è Forza Gnocca».

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