Il Presidente di CdO (Compagnia delle Opere) Bernard Scholz è intervenuto oggi sul dopo Berlusconi, la crisi di governo aperta dall’annuncio da parte del premier di dare le dimissioni dopo l’approvazione della legge di stabilità. Per il Presidente di CdO il momento di crisi è tale che pensare a elezioni anticipate sarebbe l’errore più grave. No a elezioni, dunque, che avrebbero come unico effetto quello di indebolire ulteriormente l’Italia. Per Scholz, elezioni anticipate significherebbero anche l’aumento della litigiosità partitica, una delle cause della attuale crisi. Invece, prosegue, “l’Italia ha urgentemente bisogno di un Governo basato su un ampio consenso delle forze politiche, che si assuma la piena responsabilità di fare le riforme indispensabili per il futuro del Paese”. Per Scholz infine ognuno è chiamato a dare il proprio contributo per affrontare l’emergenza politica, economica e morale che stiamo attraversando.
Sul fronte del dopo Berlusconi intanto oggi si registra una possibile convergenza delle principali forze politiche italiane, dal Pdl al Pd e il Terzo Polo, che si stanno dichiarando favorevoli a un governo tecnico di larghe intese guidato dall’economista Mario Monti. Si dicono invece contrari Italia dei valori e Lega. Quest’ultima ha detto chiaramente che in caso venisse varato un governo del genere si ritirerebbe senza esitazioni all’opposizione, con ciò creando una spaccatura all’interno dell’attuale maggioranza. Per Berlusconi, che pure non è entusiasta dell’idea di governo tecnico, quella della candidatura di Monti è ipotesi ineludibile. All’interno del Pdl comunque non sono poche le voci di dissenso sulla candidatura Monti, da Giovanardi che ha detto si tratterebbe di un colpo di stato e del commissionariamento della politica, all’ex Fli Andrea Ronchi (“In queste ore è necessario analizzare e non sottovalutare, comprendere e non ignorare i timori e le perplessità di tanti esponenti del centrodestra e non soltanto a livello nazionale”, ha detto). Molto contrario anche Di Pietro, che parla di un governo delle banche per le banche, e non a favore del popolo italiano.
A spingere fortemente per la leadership di Monti è soprattutto il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, che proprio ieri ha nominato l’economista senatore a vita. “L’Europa attende segnali e noi saremo all’altezza delle aspettative” ha detto oggi Napolitano.