La Camera dei Deputati ha approvato il decreto legge di stabilità. Erano presenti 408 deputati, hanno votato in 406, due si sono astenuti. I voti favorevoli al ddl sono stati 380, quelli contrari 26. A favore si sono espressi i rappresentanti del Pdl, di Lega, di Polo e territorio e anche quelli del Terzo Polo. Il Pd invece si è astenuto. Gli unici a votare contro sono stati i deputati dell’Italia dei valori. Dopo l’approvazione fatta ieri in Senato, dunque, con quella della Camera la legge di stabilità voluta dal Parlamento europeo diventa realtà e con questo ultimo atto il premier Silvio Berlusconi dà il via alle sue dimissioni, come annunciato nei giorni scorsi. Il capo del governo salirà infatti verso le 20 e 30 di stasera al Quirinale per rassegnare ufficialmente le dimissioni. A questo punto, il Presidente della Repubblica comunicherà il calendario delle consultazioni per scegliere il nuovo premier che, come sembra possibile, potrà essere già nominato domani stesso. Il Quirinale ha infatti già fatto sapere in modo chiaro che il nome è uno solo, Mario Monti. Il decreto stabilità è stato approvato senza alcuna modifica rispetto al testo presentato. Durante la seduta di oggi si sono registrati attimi di tensione in aula, nella fattispecie prima degli interventi di Franceschini e di Cicchitto. In entrambi i casi, i deputati della ormai ex maggioranza hanno più volte invocato il nome del loro leader (quando Berlusconi è entrato in aula, è stato accolto da una standing ovation da parte dei rappresentanti del suo partito), mentre i leghisti urlavano “elezioni, elezioni”. Di particolare contenuto l’intervento dell’onorevole Scilipoti, il quale ha voluto sottolineare di non essere pentito della scelta fatta lo scorso 14 dicembre, quando passando dall’idv alla maggioranza permise a questa di non soccombere a un voto di fiducia. Oggi Scilipoti ha inveito contro quello che potrebbe essere il nuovo governo, denunciando un colpo di Stato: questo, secondo l’esponente politico, sarebbe l’ultimo Parlamento eletto dai cittadini.



“Da domani saremo commissariati da un personaggio che appartiene alla lobby delle banche ed è stato indicato non certo per salvare l’Italia, ma per garantire un gruppo di mercenari e di delinquenti” ha aggiunto. A quel punto il presidente della Camera Gianfranco Fini gli ha tolto la parola nonostante le sue proteste.

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