Per la poltrona del Ministero degli Esteri i nomi più gettonati rimangono quelli di Giuliano Amato – 73 anni, giurista – e di Giampiero Massolo – 57 anni – diplomatico.
Per Amato prevale l’affidabile caratura di “tecnico”, al di là dei suoi precedenti politici: due volte presidente del Consiglio e ministro del Tesoro, ha anche ricoperto la guida dell’Antitrust. Oggi presiede la Treccani. Di origini siciliane, laureato in Giurisprudenza, si specializza alla Columbia University di New York nel 1962. Professore di Diritto Costituzionale Comparato, sia in Italia che all’estero, ha esteso i suoi interessi alla politica. Deputato dal 1983 fino al 1994 del Partito Socialista Italiano, nel 1992 fu incaricato dal Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro di formare il suo primo governo, durante il quale si trovò ad affrontare una difficile situazione finanziaria, per risolvere la quale varò la famosa manovra “lacrime e sangue” (contenente tagli di spesa e incrementi delle imposte) atta a frenare l’ascesa del deficit pubblico, e la prima riforma delle pensioni. Durante la Seconda Repubblica non aderì formalmente ad alcun partito, pur rimanendo nell’orbita del centrosinistra, fino a divenire ministro delle Riforme – prima – e del Tesoro, poi, nel governo D’Alema. Nel 2000 il suo ultimo ritorno a Palazzo Chigi come Presidente del Consiglio, mentre è del 2006 l’incarico al ministero dell’Interno nel governo Prodi II.
Giampiero Massolo, dal canto suo, è Segretario generale del Ministero degli Affari Esteri dal 2007. Laureato in Scienze Politiche, la sua carriera diplomatica inizia nel 1978 presso la Santa Sede, in seguito a Mosca e poi – dal 1985 al 1988 – alla Rappresentanza permanente presso l’Unione Europea a Bruxelles. Successivamente si stabilisce in Italia, prima presso l’ufficio diplomatico del Presidente del Consiglio, poi – nel 1996 – come capo dell’Ufficio stampa del Ministero degli Affari Esteri. Dal 2000 al 2004 è stato vicesegretario generale del Ministero degli Affari Esteri, fino a divenirne – in seguito – capo di gabinetto. Dal 2006 è Ambasciatore di grado. Ad attendere le incombenze del futuro ministro degli Esteri la gestione della delicatissima situazione mediterranea (a partire dalla Libia), nonché le delicate situazioni di politica estera che sottendono alla Farnesina dopo la burrascosa primavera araba.
A un altro livello, bisognerà ritracciare le coordinate dei rapporti diplomatici con la Russia nel post – Berlusconi e parimenti rifondare – su basi credibili – il rapporto con gli Stati Uniti di Obama, con cui l’ex – premier vicino al predecessore Bush Jr. non aveva mai veramente legato.