Concluse le ultime due consultazioni del candidato premier Mario Monti nel suo giro di incontri con i rappresentanti dei partiti. Le due consultazioni ovviamente più significative, per il peso delle forze politiche implicate, e cioè Pd e Pdl. Se da parte del Partito democratico era venuto stamane il sostegno pieno e senza riserve all’ipotesi di governo Monti (i democratici hanno intanto smentito ogni voce circolata stamane del possibile ingresso nel governo di Gianni Letta e Giuliano Amato), qualche nodo si aveva sulla posizione del Popolo delle libertà. Anche alla luce delle polemiche scoppiate proprio prima dell’incontro quando il portavoce del Pdl aveva detto di considerare a rischio il sostegno a Monti. Questo perché non era piaciuta una dichiarazione di Italo Bocchino di Fli secondo la quale lo stesso Fli insieme al Pd intendeva candidare Monti leader di una colazione fra i due partiti alle prossime elezioni. Nonostante queste polemiche. il segretario del Pdl Alfano è uscito dall’incontro dichiarando che il governo Monti ha sempre più possibilità di essere varato. Un buon esito: così Alfano ha definito l’esito dello scambio di pareri: “gli impegni assunti con l’Europa costituiscono il caposaldo del nostro sostegno”. Anche per il Pdl come già per il Pd,la richiesta che non ci siano politici nell’esecutivo. A questo punto Mario Monti nel pomeriggio vedrà i rappresentanti del Forum dei giovani e la rappresentanza istituzionale delle donne e naturalmente le parti sociali, imprese e sindacati che hanno già detto di esigere equità sociale negli impegni del prossimo governo. Monti dal canto suo ha posto le sue, di esigenze: che il suo governo resti in carica fino al termine naturale di fine legislatura, cioè il 2013, per poter compiere il suo dovere, senza cioè nessun mandato a termine. Per le misure anti crisi, dopo le voci circolate nei giorni scorsi di misure drammatiche, ha detto che ci vogliono dei sacrifici, ma non lacrime e sangue. I partiti, aveva poi chiesto, devono dar eil loro appoggio pieno pena la sua rinuncia all’incarico.
Tutto questo mentre la Borsa di Milano è stata investita da una nuova tempesta che l’ha vista risultare la peggior piazza d’Europa con lo spread nuovamente ben oltre i 50 punti.