Pare sia questione di ore, forse meno. Ma alla fine, Mario Monti, salirà per l’ennesima volta nell’arco di pochi giorni, al Quirinale per dare la notizia attesa da molti. Specialmente dai mercati. Ovvero, dirà che ha deciso di sciogliere la riserva dopo che il capo dello Stato Giorgio Napolitano gli ha affidato l’incarico di verificare se possa dar vita ad un governo fondato su maggioranze alternative a quella che ha vinto le elezioni. La condizione per governare la fase di transizione era stata esplicita dall’ex commissario europeo ieri sera, in conferenza stampa, al termine di un giro di consultazioni con i partiti minori. Monti aveva dichiarato che non avrebbe mai potuto governare senza il sostegno dei partiti.
E che il suo compito, laddove avesse dovuto ricevere un tale sostegno, sarebbe stato quello di consentire alla politica di lavorare nel clima più disteso possibile per uscire dalle sacche della crisi e consentire all’Italia di tornare ad avere un ruolo da protagonista a livello mondiale. Ebbene, pare che un tale sostegno sia al fine giunto. L’unica formazione ad avere detto che non garantirà a Monti la fiducia necessaria per dar vita ad un nuovo governo, è stata la Lega Nord.
Oggi è l’ok dal Pd, che ha dato carta bianca ed un sostanziale via libera anche dal Pdl, l’unica formazione realmente in grado di frapporsi all’ascesa definitiva di Monti a Palazzo Chigi, detenendo pur sempre le quote di maggioranza relativa. Il segretario del Pdl, Angelino Alfano, ha, infatti, fatto sapere che darà il suo appoggio a Monti, dato che l’impegno preso con l’Europa rappresenta il punto determinante dell’azione del partito. Nulla osta anche dalla maggioranza della parti sociali. La presidente di Confindustria, Emma Marcegalia, sgombrando il campo dagli equivoci relativi ad una sua presenza nell’esecutivo, ha fatto sapere che gli industriali daranno tutto il loro appoggio a Monti, «perché per noi è l’ultima chance per tornare ad essere credibili». A confermare l’ipotesi che Monti già in serata scioglierà le proprie riserve, e presenterà la lista dei ministri, avendo compreso di godere dell’appoggio del Parlamento, è stato il segretario della Cisl, Raffaele Bonanni.
«Ci ha detto – ha spiegato il sindacalista – che ha raggiunto un’intesa con le principali forze politiche in modo da avere una consistente forza parlamentare che lo appoggia e che rapidissimamente sarà in grado di presentare la lista dei ministri». Restano, a quanto comunicano fonti parlamentari, tuttavia alcuni nodi da dirimere, quali l’affidamento eventuale di un dicastero o del sottosegretariato alla presidenza del Consiglio a Gianni Letta e Giuliano Amato.