Carlo Mosca, oggi consigliere di Stato, sembrava – fino a qualche ora fa – l’unico nome in lizza per la poltrona del ministero dell’Interno, ma i rumors intorno al nome dell’ex-commissario prefettizio di Bologna Anna Maria Cancellieri cominciano a farsi insistenti, non fosse altro che per riequilibrare il numero delle quote rosa in un presunto governo Monti decisamente di taglio maschile. Giurista e docente universitario, Carlo Mosca – 66 anni, milanese e prefetto di lungo corso – era già stato alla guida della prefettura di Roma e capo di gabinetto dei ministri Pisanu e Amato, ma anche a capo dell’ufficio legislativo quando al dicastero dell’Interno sedeva l’attuale Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. È un “tecnico” che vanta una lunga esperienza al Viminale, nel quale potrebbe tornare da ministro dopo aver lasciato l’incarico di capogabinetto con l’arrivo di Roberto Maroni. Fuori dal Viminale, Mosca ha ricoperto per più di un anno – fin quasi alla fine del 2008 – il ruolo di prefetto di Roma e di commissario straordinario per l’emergenza nomadi: da quell’incarico – forte della sua fede cattolica e della sua formazione costituzionalista – fu rimosso per volere proprio di Maroni e Alemanno (scatenando parecchie polemiche), perché contrario alla rilevazione delle impronte digitali ai bambini rom. La sua candidatura trova il sostegno del prefetto Giulio Cazzella, consigliere per gli affari Interni e per i Rapporti con le Autonomie del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
Anna Maria Cancellieri – romana – inizia a lavorare giovanissima presso la presidenza del Consiglio. Laureata in Scienze politiche a Roma, nel 1972 – a Milano – inizia la carriera direttiva al ministero dell’Interno e nel 1993 è nominata prefetto. È stata sub-commissario a Milano, commissario a Parma e poi prefetto a Vicenza, Catania e Genova. È stata anche commissario del teatro Bellini nel capoluogo etneo. Sessantasette anni – nonna e madre, in pensione dal 2009 – alla sua prima uscita pubblica ricordò cosa significasse lavorare con dei figli senza servizi sociali di sostegno, sottolineando il suo costante impegno per le donne e la loro inscindibile dignità di lavoratrici e madri.
Chi sarà a capo del Viminale dovrà convivere, anzitutto, coi già paventati tagli di bilancio e riuscire nella complessa impresa di ottimizzare risorse e servizi imprescindibili. L’attuale situazione delle prefetture e della dislocazione territoriale delle forze dell’ordine paiono ormai superate, sia per i costi che per la loro inadeguata ramificazione. Si attendono una razionalizzazione e un ridimensionamento immediati, ma anche una posizione aperta al confronto verso chi – fra le forze dell’ordine – è rimasto deluso dalle disattese promesse.