E ora ai nuovi ministri nominati da Mario Monti spetta solo di mostrare quanto saranno in grado di fare quello che sono stati chiamati a fare. Ufficializzata la lista stamane e prestato poco fa il giuramento davanti al Capo dello Stato, comincia il lavoro. Tutti tecnici, niente politici. Ammiragli, ambasciatori, rettori universitari, anche direttori della macchina pubblica nelle sue varie declinazioni. Che impressione se ne deduce, così a botta calda, da questa lista? IlSussidiario.net lo ha chiesto a Nicola Porro, vicedirettore de Il Giornale,
Qual è la sua prima impressione sulla nuova squadra di governo?
È una squadra metà di professori e metà di tecnici dei ministeri e burocrati della macchina pubblica. Sulla carta tutte ottime persone, per carità, ma ho dei dubbi, che credo siano legittimati in casi come questi, quando un governo deve nei fatti ancora partire e dimostrare quello che sa fare.
Quali sono questi dubbi?
Personalmente non sono convinto che una riforma della Pubblica amministrazione e del modo di amministrare questo Paese, che è un problema che hanno tutti i governi politici, si possa fare con uomini che fanno parte della macchina amministrativa dello Stato. Forse esagero, ma ritengo di avere diritto al beneficio del dubbio verso un governo che deve ancora partire.
Ci spieghi meglio cosa non la convince.
Il punto fondamentale è che non sono convinto che un dirigente del ministero nominato ministro sia la persona migliore per superare il modus operandi del ministero stesso. Le scelte politiche sicuramente sono anche dolorose e impopolari, ma possono ottenere il cambiamento della macchina amministrativa. Non è detto, invece, che siano i tecnici del ministero a risolvere questo tipo di problemi.
Ci dica un nome di questa lista che l’ha colpita in modo positivo.
Il nuovo ministro della Giustizia, Paola Severino: ne ho grandissima stima. È un avvocato che conosce bene i tribunali, la giustizia e si è impegnata moltissimo nella sua professione. Credo proprio sia un ottimo elemento, perché conosce la macchina dal di dentro, non fa parte della categoria dei magistrati, anche se li conosce ovviamente molto bene.
Che ne pensa dell’arrabbiatura della Lega per l’abolizione del ministero del Federalismo?
Credo che uno degli errori del governo Berlusconi sia stato quello di non portare a termine la riforma del federalismo. Personalmente credo molto nel federalismo, specie quello fiscale. Adesso sarà da vedere se Monti potrà recuperarlo. Comunque non è detto che sia necessario avere un apposito ministro per fare il federalismo.
Che farà adesso il centrodestra dopo la rottura tra Pdl e Lega? In che direzione andrà?
La perdita della Lega è un grave problema, resta tutt’oggi una delle più importanti e significative forze del Nord. Però, la Lega dell’ultimo periodo non mi convinceva più. Ero molto interessato e colpito dalla Lega del primo periodo, quella più “rivoluzionaria” e attiva nel tentare di cambiare certe strutture del Paese. La Lega dell’ultima fase, quella del governo Berlusconi, quella che si è battuta contro la riforma delle pensioni, era diventata un partito conservatore che non mi piaceva più. Vedremo adesso se Alfano riuscirà a recuperare una forza che comunque resta fondamentale per il centrodestra.