Appuntamento alle ore 17 nel Salone delle feste al Quirinale. E’ qui che il nuovo governo Monti giurerà nelle mani del Presidente della Repubblica. Nuovo governo di cui ora si conoscono nomi e facce, dopo la presentazione fatta in tarda mattinata dal premier incaricato, che ha tardato parecchio sui tempi previsti dopo essersi trattenuto circa tre ore a colloquio con Giorgio Napolitano. Generale soddisfazione da parte dei partiti politici sui nomi fatti, ad eccezione della Lega Nord furiosa per la cancellazione del ministero sul federalismo, fortemente voluto proprio da loro durante il passato governo Berlusconi. Per Terzo Polo e Partito democratico in particolare alto l’entusiasmo; il Pdl si è limitato, pur riconoscendo l’alto livello dei nuovi ministri, a dire che si aspetterà adesso di vedere all’opera i nuovi responsabili dei ministeri. Niente politici dunque, anche se alcuni dei nuovi ministri vantano in realtà già precedenti collaborazioni governative specie durante il governo di Romano Prodi. Per Mario Monti, la necessità di avere solo tecnici si motiva con il fatto che in questo modo viene tolto al nuovo esecutivo un motivo di imbarazzo: eventuali politici infatti avrebbero sicuramente scontentato una parte piuttosto che un’altra. Monti ha poi ricordato che le stesse forze politiche (“che spero stiano uscendo da una fase di dialettica molto, molto vivace” ha detto Monti) hanno manifestato una chiara preferenza a sostenere questo governo senza farne parte. “D’altra parte la stessa nascita di un governo innovativo riflette la grande convinzione delle forze politiche che si tratti di momento straordinario” ha aggiunto il nuovo premier. Intanto la conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama che si è riunita poco fa ha stabilito gli orari del voto di fiducia. Al Senato esso è previsto alle ore 20 e 30 di domani con la prima chiama. Le dichiarazioni di voto sono fissate per le 19 mentre il presidente del Consiglio replicherà alle 18.30. Infine un piccolo problema tecnico che fa sorridere e che nessuno aveva previsto, pur trovandoci davanti a un governo “tecnico”.
Adesso che i nuovi ministri sono tutti non politici eletti in Parlamento e che invece gli ex ministri dovranno tornare a sedersi tra i banchi, si scopre che non c’è posto per tutti. Nell’emiciclo infatti solo 623 posti, ex ministri ed ex sottosegretari dovranno portarsi uno sgabellino da casa?