Di origini romane – 59 anni, laureato in Giurisprudenza – Mario Catania è entrato giovanissimo presso le stanze del ministero delle Politiche Agricole, svolgendo al suo interno la gran parte delle sue attività di professionista, che lo hanno portato a collaborare con i titolari del Ministero di via XX settembre durante gli ultimi tre governi. Neo-ministro delle Politiche Agricole, è esperto di politiche comunitarie e – presso la Comunità Europea a Bruxelles – ha ricoperto importanti incarichi di rilevanza strategica. Alla luce di questi suoi trascorsi, pare indirizzata ad hoc la scelta di puntare su di lui da parte del nuovo premier Mario Monti: come Responsabile del Dipartimento delle Politiche Europee ed Internazionali presso il ministero delle Politiche agricole, Mario Catania era stato, infatti, colui che finora aveva indirizzato per conto del nostro Paese – in Unione Europea – i tavoli delle trattative per discutere della Pac, la proposta di politica agricola comunitaria vista come un reale problema da superare per l’intero settore agricolo italiano. Catania sarà quindi un ministro “in trincea” presso l’Unione europea a Bruxelles, perché dovrà assumere decisioni estremamente delicate nei tavoli di discussione per l’attuazione della Pac nei mesi a venire, avendo come primario e vitale scopo quelle di tappare la falla dei tagli ai finanziamenti previsti per il settore agricolo nazionale. La sua lunga presenza – fin dal 1997 – come esperto presso la rappresentanza permanente a Bruxelles, l’esperienza come Direttore del Dipartimento per le Relazioni Comunitarie ed i Rapporti Internazionali, ivi inclusi gli impegni per l’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC) e l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE), gli consentiranno di muovere dei piani risolutivi rispondenti alle attese dell’Unione Europea in merito al suo nuovo dicastero. Le riforme chieste dall’Europa introdurrebbero sì maggiori incentivi, nel quadro della politica comunitaria per lo sviluppo agricolo, ma solo affinché gli agricoltori nazionali adeguino la loro produzione.



La trasformazione e la commercializzazione dei conseguenti prodotti alimentari secondo requisiti più elevati, volti a migliorare la qualità dell’intera filiera produttiva rurale è l’obbiettivo.

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