Mario Monti presenterà il suo governo oggi alle 11 durante l’incontro al Quirinale in cui scioglierà la riserva accettando l’incarico di guidare il prossimo esecutivo. Ieri si sono infatti concluse le ultime consultazioni con i due partiti leader dello schieramento politico, Pd e Pdl, che hanno entrambi dato il via libera. Nel pomeriggio gli incontri con le parti sociali, e anche da Confindustria e Cgil l’ok di massima anche se con qualche distinguo, specie da parte del sindacato. Ieri sera il professore ha incontrato la stampa per informarli sul punto della situazione, dicendosi favorevolmente colpito dall’atteggiamento positivo di tute le parti in causa. E oggi l’attesa lista dei ministri, dopo l’ultimo veto incrociato alla proposta di inserire nell’esecutivo anche due politici, Gianni Letta e Giuliano Amato. Ieri Alfano ha discusso al proposito per ben tre ore con Mario Monti e stamattina l’ex vicepresidente della Camera Lupi ha confermato che Letta sarà escluso dagli incarichi ministeriali. Il totoministri ha impazzato negli ultimi giorni, sempre puntualmente smentito da Monti. Gli ultimi nomi che spuntano fuori prima della lista ufficiale vedono la possibile presenza di Livia Pomodoro, presidente del tribunale di Milano, al ministero della giustizia, Anna Maria Cancellieri e Alessandro Pansa in bilico per quanto riguarda gli interni, mentre all’istruzione, dopo il nome dell’attuale rettore dell’Università Cattolica di Milano Ornaghi, è spuntato quello di Profumo, attualmente al Cnr. Lo stesso Monti potrebbe invece assumere ad interim il dicastero dell’economia. Alla funzione pubblica ci sarebbe il nome di Luisa Torchia, ai rapporti con il Parlamento Antonio Malaschini, all’ambiente Corrado Clini, alla difesa Rolando Mosca, ai beni culturali Salvatore Settis mentre allo sviluppo economico si parla di Carlo Secchi. Sembra che poi il ministero del welfare venga accorpato con quello della sanità, dove andrebbe Carlo Dell’Arringa. Diverse le candidature per gli esteri: da Giampiero Massolo a Gianni Castellaneta all’ambasciatore Giancarlo Aragona.
Infine le infrastrutture dove dovrebbe andare Antonio Catricalà. Ma tutto è ovviamente in sospeso: magari all’ultimo minuto Mario Monti qualche politico lo inserirà davvero.