Basta assegni vitalizi, le tanto contestate pensioni degli onorevoli che vengono assegnate dopo appena cinque anni di legislatura.  Lo ha deciso oggi il consiglio del Senato e cioè il presidente Renato Schifani, i vicepresidenti, i questori e i rappresentanti di tutti i gruppi all’unanimità (la Camera aveva già approvatolo scorso luglio). Tutto bene dunque? Non proprio, perché il provvedimento scatterà solo per il prossimo turno di deputati e senatori: quelli attualmente in servizio continueranno a ricevere il vitalizio, così come il provvedimento non avrà effetto retroattivo: possono stare tranquilli tutti gli ex, la loro pensione continuerà ad arrivare. Il motivo del fatto che senatori in carica ed ex senatori potranno godere ancora della pensione è dovuto a un fatto tecnico, spiega  Benedetto Adragna, questore del Senato di appartenenza Pd. Il Consiglio del Senato non è competente dal punto di vista giuridico: si sarebbero intaccati i diritti acquisiti ha detto. Positivo però per il senatore quanto approvato oggi: è stato dato un segnale, il primo di una serie di tagli ai costi della politica che continuerà con altri interventi. “Cerchiamo di essere in sintonia con il nuovo corso di sacrifici che dovrà affrontare il Paese” ha aggiunto. In merito a un nuovo possibile sistema pensionistico ancora non si sono prese decisioni. Sicuramente andrà discusso con i deputati in quanto non è concepibile un regime diverso fra le due camere. La possibilità più concreta è il sistema contributivo come fanno tutti i normali cittadini così come uguale al resto dei cittadini dovrà essere l’età in cui cominciare a percepire i soldi, e cioè se l’età sarà innalzata a 67 anni, anche deputati e senatori riceveranno la pensione a quell’età e non subito come accadeva fino ad oggi. Oggi poi si sono prese altre decisioni in merito al tema dei tagli dei costi della politica. Revocata infatti una gara già indetta per la tipografia con l’intento di risparmiare un milione e mezzo di euro: si procederà con la digitalizzazione riducendo il numero di copie.



Si è quindi intervenuti sulla riduzione dei servizi assicurativi: da un preventivo di 9 milioni e 300 mila euro per tre anni, si è passati a 6 milioni e 450 mila euro. E basta nuove assunzioni fino alla fine della legislatura, stop al turnover.

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