Un fiume di persone si è riversato in piazza San Giovanni a Roma, dove poco tempo fa i black bloc si scontravano con le forze dell’ordine, per il sit-in organizzato dal Partito Democratico. Migliaia di manifestanti sono arrivati nella capitale con pullman, treni e navi, nonostante l’incognita maltempo, e gli organizzatori dell’evento ora parlano di un «grande successo». L’evento comincia con l’intervento di Laura Boldrini dell’Alto commissariato Onu per i rifugiati, seguita dalla musica dei Marlene Kunz e di Roberto Vechioni, che invita tutti i partecipanti a indossare qualcosa di arancione per far sapere al premier che deve andarsene e che «non ne possiamo più». Tocca poi al saluto del futuro sfidante di Sarkozy, Hollande, che chiede il ritorno di governi socialdemocratici in Italia, Francia e Germania. Il leader della Spd tedesca Sigmar Gabriel interviene poi sul palco, per auspicare in tutta l’Europa una politica a favore dei giovani. «La disoccupazione giovanile è uno dei più grandi scandali in Europa. Lavoriamo insieme per un’Europa giusta». Quindi arriva il turno del segretario Pier Luigi Bersani , introdotto dall’Inno alla gioia e da un collettivo Inno di Mameli. Il suo intervento è caratterizzato dalle parole chiave “Fiducia e Speranza”, affinché l’Italia possa uscire presto dalla crisi e perché, come recita lo slogan dell’intera manifestazione, «un grande Paese merita un futuro migliore». Bersani, dopo aver ricordato i cittadini della Liguria, comincia il suo intervento: «Riporteremo l’Italia alla sua dignità, al suo buon nome, alla tradizione europeista di Spinelli ed i Prodi. Tutte noi forze progressiste rilanceremo il sogno di un’Europa aperta al futuro. La malattia è l’Europa azzoppata dalle destre della Merkel e di Sarkozy. Berlusconi si è ritagliato un posto solo nelle vignette di satira. La destra ha messo in ginocchio l’Europa a partire da come hanno gestito il problema della Grecia. Tocca ai democratici, ai socialisti, ai liberali veri rifare l’Europa, non possiamo fallire». Il segretario del Pd invia un ringraziamento anche al Capo dello Stato Napolitano: «Sappiamo bene che questi giorni ci richiamano a una emergenza drammatica. Lo abbiamo detto agli italiani e lo abbiamo detto al Presidente della Repubblica che ringrazio qui per il suo impegno straordinario: noi non cerchiamo ribaltoni o soluzioni di piccolo cabotaggio parlamentare. Se c’è discontinuità, se c’è cambiamento, se c’è una credibilità internazionale e interna da parte di un nuovo Governo, noi siamo pronti assieme a tutte le opposizioni a prenderci le nostre responsabilità, a dare un contributo di equità e di efficacia a misure che a questo punto debbono essere vere e proprie misure di salvezza nazionale. Ma tutto questo, se si determinasse, sarebbe un passaggio di transizione, l’avvicinamento ad un ciclo più radicale e impegnativo di cambiamento che potrà avvenire solo con il concorso attivo e l’assunzione di responsabilità e condivisione dei cittadini elettori».  Bersani lancia poi la proposta: «Se diciamo ricostruzione, allora diciamo alleanza dei progressisti e dei moderati, diciamo patto di governo per una legislatura di ricostruzione, per sostenere la riscossa del Paese, per sconfiggere il rischio che viene dalla peggiore destra d’Europa. È inutile immaginare una destra diversa, la destra italiana è quella e non può essere che quella. Questa dunque è e resta la nostra proposta: alleanza dei progressisti e dei moderati per una legislatura di ricostruzione. Unità per la ricostruzione. Sappiamo che questa proposta è una sfida per tutti».



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