Tra pochi minuti cominceranno i lavori alla Camera dei deputati in una giornata che potrebbe essere fondamentale per il futuro del Governo Berlusconi. Come tutti sanno è un momento difficilissimo per Silvio Berlusconi alla ricerca di una conferma della sua maggioranza parlamentare di governo e messo di fronte all’ipotesi quanto mai concreta delle dimissioni. Una ipotesi smentita di fatto dallo stesso Berlusconi, dopo le voci fatte filtrare ieri da due giornalisti del calibro di Giuliano Ferrara e Franco Bechis, ma che rimane comunque sullo sfondo, anche in baso a ciò che accadrà oggi in Aula. Si tratterà infatti di vedere come si svilupperanno i voti sul rendiconto finanziario dello Stato. Le opposizioni al di fuori dell’Italia dei Valori (Terzo Polo, Partito Democratico e Radicali, si asterranno. Il partito di Di Pietro voterà invece contro.
Questa scelta, nei piani dell’opposizione dovrebbe portare a una vittoria simbolica: il rendiconto passa, ma il centrosinistra dimostra al centrodestra che il governo non può più andare avanti. Un obiettivo che andrà in porto se il numero degli astenuti e dei voti contrari sarà superiore a quello dei favorevoli.
Dopo il voto il vertice Pdl Lega, già annunciato, sarà decisivo per capire quale decisione prenderà il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. Il Cavaliere potrebbe salire al Quirinale (la Lega insiste per un “passo laterale” di Berlusconi per fare spazio ad Angelino Alfano) oppure potrebbe rilanciare, annunciando un prossimo voto di fiducia a breve termine sul maxiemendamento, inserendo al suo interno le promesse fatte dal governo all’Europa. Naturalmente la situazione è “fluida” i parlamentari si stanno polarizzando sulle diverse posizioni e i pronostici impazzano. Nel momento in cui scriviamo molte sono ancora le incognite che gravano sul voto. Questo ovviamente è un primo test sulla tenuta della maggioranza (che alla Camera è sempre stata ben più risicata che al Senato) e mette già in grossa difficoltà Berlusconi.
Le defezioni di parlamentari degli ultimi giorni – eclatante il caso di Gabriella Carlucci – conteranno eccome, ma non è detto che il fronte dell’opposizione sia davvero così compatto come vorrebbe il capogruppo del Pd Dario Franceschini che “anticipa” il voto di fiducia che Berlusconi ha messo sulla lettera alla Bce a questo voto che fino ad ora “tecnico”. Il Terzo Polo, invece, voterà “per responsabilità verso il paese” e rimanda lo scontro sulla successiva fiducia.
Ricordiamo che le dimissioni date per una bocciatura del Rendiconto Generale dello Stato si è scatenata una polemica storico-politica di proporzioni inimmaginabili tra chi giura che Goria si dimise e chi accusa di fare propaganda e ciò non avvenne mai, nemmeno quando fu bocciato il Rendiconto del Governo Prodi. Dopo il voto Berlusconi trarrà le prime conseguenze e – secondo i bene informati – deciderà se dare o meno le dimissioni. Alla Camera l’atmosfera è rovente: la battaglia per i voti di fiducia a Berlusconi sta per cominciare…
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