Mario Monti interrotto, la seduta sospesa. Il capo del governo si trovava al Senato a riferire quanto discusso in Consiglio europeo gli scorsi 8 e 9 dicembre, un discorso di pura informativa. Ne ha approfittato la Lega che ha dato il via a una contestazione aperta che è sfociata nell’interruzione del discorso del premier. Tutto è iniziato al momento in cui Monti stava spiegando come la manovra finanziaria fosse stata accolta positivamente in Europa, garantendo all’Italia un recupero della sua credibilità. E’ stato in quel momento che dai banchi dell’opposizione dove siedono i rappresentati legisti sono arrivate urla di protesta. Monti ha cercato di proseguire per un po’, ma è stato interrotto più volte. E’ intervenuto allora Renato Schifani, presidente del Senato a invitare alla moderazione: la presenza del capo del governo, ha detto, è stata richiesta da diversi gruppi parlamentari e sospendere il discorso non sarebbe un bel segnale nei confronti del Paese, ha detto. Sembrava che tutto si fosse ristabilito, ma dopo pochi minuti le intemperanze dei legisti si sono riaccese. Questa volta hanno tirato fuori dei cartelli preparati appositamente con su scritto “basta tasse” e anche “non è una manovra, è una rapina”. Qualcuno è andato anche oltre, ad esempio il senatore Montani che ha definito Schifani un pagliaccio. A questo punto la seduta viene sospesa, si riprende solo dopo diversi minuti. Davanti a tali contestazioni, Monti non ha rilasciato alcun commento, limitandosi ad osservare quanto avveniva in totale silenzio glaciale. Schifani si è invece lamentato del pessimo esempio che si stava dando al Paese, una sceneggiata mortificante per il Parlamento, ha detto. Un commento in realtà alle contestazioni Monti l’ha rilasciato dopo la seconda interruzione. Ha detto infatti di voler cogliere il monito dei cartelli esposti dai leghisti in merito a meno tasse: ho intenzione, ha detto, di annunciare in sede europea l’apertura dell’Italia alla tassa sulle transizioni finanziarie. Un modo , ha aggiunto, per arrivare se non al basta tasse, a meno tasse su chi produce e sulle famiglie in modo da arrivare a una fiscalità estesa anche alla finanza, specie alla grande finanza, ha spiegato.