La manovra finanziaria approda all’atto finale: la discussione alla Camera è già iniziata. Sono infatti in corso le dichiarazioni di voto sulla fiducia posta dal governo Monti. Il risultato dello scrutinio, che avverrà per appello nominale, si saprà intorno alle 12,30.
Seguirà poi l’esame degli ordini del giorno, le dichiarazioni di voto finale e il voto stesso (intorno alle 19,30). Il provvedimento passerà poi al Senato, dove dovrà ottenere il via libera definitivo entro il 23 dicembre.
Un voto quello di oggi che, nonostante le tante polemiche degli ultimi giorni e la carica di emendamenti promossi dalle forze politiche (alcuni accolti, altri no) dovrebbe consentire senza alcun problema numerico l’approvazione della manovra. Lo stesso Pdl, nonostante certi messaggi inviati dal suo leader nelle ultime ore a proposito di un esecutivo in crisi e di un voto ormai prossimo, fa capire che comunque da parte del suo partito sarà un sì. Lo ha detto in una delle sue ultime dichiarazioni l’ex premier Berlusconi, spiegando che in un momento di emergenza si sceglie il male minore. Frase che conferma tutti i dubbi e le perplessità su una manovra che scontenta un po’ tutti gli italiani andandoli a colpire nei bisogni primari come la casa e le pensioni, mai cui evidentemente non si può fare a meno. Ha aggiunto Silvio Berlusconi: “Se votassimo no al provvedimento presentato da Monti e che siamo riusciti a cambiare in molti punti creeremmo un danno al paese molto superiore all’approvazione di questo decreto che contiene molte disposizioni che potremo sicuramente cambiare in futuro quando gli italiani ridessero a noi il governo del paese”. Situazione più o meno analoga nel Pd, partito in cui non mancano i malumori verso molti aspetti della manovra. E’ intervenuto però il segretario del partito Bersani a indicare agli scontenti che votare contro la manovra sarebbe stato come votare contro la linea del loro partito. Ha però promesso che si impegnerà in prima persona per rendere più equi i provvedimenti che lo meritano: l’eliminazione della penalizzazione pensionistica ai lavoratori precoci è uno di questi.
Chiede fiducia, Bersani, spiegando che quello che il Pd non ha ottenuto in questo momento lo otterrà in futuro e assicura che il suo partito non lascerà mai soli i lavoratori.
Mantengono la linea dell’opposizione confermando che voteranno il no solo Lega e Italia dei valori, voti che pur sommati non basteranno a far maufragare la manovra. L’Idv in particolare fa notare che, nonostante quanto Bersani abbia detto nei giorni scorsi e che cioè il no dell’Italia dei valori metta in crisi la loro alleanza, sarebbe incredibile se alle prossime elezioni nazionali Idv, Pd e Sinistra e libertà non corressero insieme.
Lo ha detto Massimo Donadi: “Troverei davvero incredibile che Pd-Idv e Sel non si presentassero insieme nel 2013. Tra noi è il Pd c’è totale identità di vedute”.
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