Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, nel corso di un incontro con il corpo diplomatico, al Quirinale, ha espresso le sue preoccupazioni per la tenuta politica dell’Europa. E, riferendosi con ogni probabilità al fatto che la Gran Bretagna, all’ultimo summit europeo, si è sfilata dall’accordo che prevede nuove norme fiscali – probabile preludio alla sua uscita – ha detto: «L’Europa rimane una». Attualmente, infatti, ne esiste una con la Gran Bretagna e una senza. In tal senso ,il capo dello Stato ha fatto presente che immaginare un’Europa a due velocità inaugurerebbe un trend che determinerebbe, alla fine, la sua definitiva scomparsa. Per questo di è detto convinto della necessità di una maggiore integrazione e della convinta difesa della moneta unica. In particolare, la fase storica attuale, contrassegnata da profonde incertezze, impone di «evitare contrapposizioni e tensioni e non ripiegare su forme di sterile isolazionismo protezionistico». Ha fatto, inoltre, presente che le recenti decisioni assunte in ambito europeo, oltre alle evidenti ricadute per gli Stati membri, interessano il mondo intero. Passando all’Italia, si è detto certo che il nostro Paese ha tutte le capacità per potersi trascinare fuori dalle sacche della crisi. Secondo l’inquilino del Colle «ha riscoperto una coscienza unitaria e nazionale che è sopravvissuta in passato a prove difficile e saprà vincere le sfide impegnative che ci stanno davanti». Il presidente, poi, ha fatto presente che l’Italia sta facendo e continuerà a fare la sua parte nel dare un contributo alla risoluzione della crisi. Soluzione che, in ogni caso – ha sottolineato – è di natura sovrannazionale, ed è impensabile che vi sia uno Stato che creda di poterla affrontare da sé. Contestualmente, ha fatto sapere che manterremo anche l’impegno in sostegno della pace e dei diritti. In tal senso, si è detto estremamente preoccupato per l’evolversi in senso deteriorante, della situazione in Siria, dove di giorno in giorno cresce il numero di manifestanti uccisi dal regime. Per questo, l’Italia «appoggia le iniziative della Lega Araba e incoraggia l’azione del Consiglio di sicurezza per far cessare le violenze contro la popolazione».