Pare che la tregua stia per finire. L’ex premier Silvio Berlusconi, ieri, alle 18, aveva incontrato, alle 18, quello attuale. Un colloqui pacifico, in cui, tra le altre cose, per un sorta di tacito patto all’insegna del bon ton non si era parlato dell’asta delle frequenze tv,tra i pochi temi in grado di togliere il sonno a Berlusconi. Al termine dell’incontro era stato comunicato che tutto era andato nel modo migliore e Berlusconi aveva detto di aver assicurato a Mario Monti na collaborazione proficua e leale. Poi, nel corso di una cena prenatali con i senatori del Pdl, non ce l’ha proprio fatta a trattenersi. E ha fatto capire che, politicamente, la sua era  è tutt’altro che conclusa. Di lasciare non ci pensa proprio. E, ieri, ne h dato le prime avvisaglie. Minacciando elezioni. «Se si continua con questa imposizione fiscale e se la posizione della sinistra e i sindacati continua sulla linea della rigidità», il Pdl potrebbe decidere di non continuare a sostenere l’esecutivo.«Noi lo faremo capire e si potrebbe andare alle elezioni» ha detto, aggiungendo: «siamo noi gli arbitri di questa situazione». Berlusconi si è detto scettico anche sulla durata del governo. In ogni caso, ha fatto sapere che ogni colpo di mano sarò subordinato a due condizioni: l’Udc potrebbe decidere di allearsi con il Pdl. E, a quel punto, la vittoria sarebbe scontata. Oppure, i sondaggi potrebbero sostenere che il Pdl sarebbe in grado di vincere anche senza l’appoggio di Casini. Il che, per Berlusconi, rappresenterebbe un’occasione troppo ghiotta da lasciarsi sfuggire. L’ex presidente del Consiglio ha confidato ai suoi di aver chiesto a Monti un maggior coinvolgimento nell’azione di governo, con la predisposizione di una cabina di regia in grado di incidere maggiormente sull’azione dell’esecutivo. Secondo lui, in particolare, i partiti che sostengono la compagine guidata dal professore della Bocconi devono potere incidere di più specialmente nelle scelte di natura più spiccatamente politica. Per questo, ha spigato che è necessario che il rapporto tra i ministri di Monti e i partiti sia il più fluido e diretto possibile.



Berlusconi, tra le altre cose, ha detto che occorre considerarsi in campagna elettorale. Infine, ribadendo la grande forza elettorale del Pdl, ha manifestato la disponibilità ad una sua totale ristrutturazione, con Alfano alla guida. 

 

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