Si è concluso il Consiglio dei ministri. Nessun provvedimento concreto, quale, ad esempio, un decreto legislativo, ma solo l’illustrazione, da parte del premier Mario Monti, ai ministri della cosiddetta “fase due”. Ovvero di tutte quelle misure che dovranno bilanciare i provvedimenti contenuti nella manovra finanziaria. Tali provvedimenti, infatti, per lo più, determinano un significativo aggravio fiscale e producono una serie di effetti recessivi, legati al calo dei consumi dei cittadini e all’impoverimento delle famiglie. Ebbene: la fase due avrà lo scopo di introdurre quelle misure necessarie alla crescita e alla ripartenza dell’economia italiana. Tuttavia, benché si sapeva che questo sarebbe stato l’argomento del vertice, sui contenuti, nel dettaglio, non è dato di sapere alcunché. I ministri, infatti, devono avere ricevuto mandato di restare con le bocche cucite. E così hanno fatto. All’uscita da Palazzo Chigi, infatti, non si sono sbottonati. Né tanto né poco, non rilasciando, quindi, alcun commento o dichiarazione. Gli unici che hanno parlato sono stati il ministro della Coesione territoriale, Fabrizio Barca e quello della Cooperazione internazionale, Andrea Riccadi. Il primo, alla richiesta dei cronisti sull’approvazione di eventuali decreti relativi alla crescita, si è limitato a rispondere facendo loro gli auguri. Il secondo si è leggermente sbilanciato di più, rinviando ogni possibile discussione o dichiarazione a domani: «domani andremo tutti a sentire la conferenza stampa di Monti, lì sentiremo la lettura dell’azione del governo finora e la prospettiva futura». Poi, ha aggiunto: «Ora potrei dire solo spezzoni». In ogni caso, si può facilmente ipotizzare, benché non vi siano a disposizione i dettagli, di cosa il Cdm abbia discusso. Monti intende dar seguito alla fase due entro 90 giorni. Partendo, anzitutto, con una serie di liberalizzazioni, con la riforma del mercato del lavoro e con la legge delega fiscale. Tra le altre cose, nel comunicato dell’ordine del giorno della convocazione, è riferito che il presidente del Consiglio ha indicato il programma dei prossimi Cdm, dove saranno esaminati anche il decreto per il riassetto della normativa in materia di pesca e acquacoltura.
Infine, sono state indicazioni relative al decreto recante misure contro l’introduzione nella comunità europea di organismi che possano nuocere ai vegetali e il regolamento dell’adeguamento delle tabelle relative ad alcuni uffici marittimi. In mattinata, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano aveva ricevuto al Quirinale Andrea Riccardi e il ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Francesco Profumo.