Fa scalpore la notizia che Luca Barbareschi, finiamo doc e fondatore di Futuro e libertà, possa lasciare per passare all’area dei responsabili, sostenitori del governo Berlusconi. Solo illazioni, spiega l’attore deputato, che intanto sarebbe stato convocato a rapporto oggi pomeriggio da Gianfranco Fini.

Luca Barbareschi, il commosso portavoce che ha declamato sul palco di Bastia Umbria il Manifesto di Futuro e libertà, si è recato l’altro giorno in visita ad Arcore da Silvio Berlusconi. «Non è reato andare a far visita al premier». «Il vero problema – ha proseguito – è che di questo passo si manderà a casa da solo perché tutte le sue promesse sono state tradite». Proseguendo poi: «Il clamore con il quale i giornali celebrano il mio ritorno nel Pdl si basa esclusivamente su illazioni». Aggiungendo: «Non ho nessuna intenzione di andare con i responsabili di Moffa, perché non esco dal Fli. Io mi auguro che i dieci punti costitutivi di Futuro e Libertà vengano rispettati, altrimenti può essere che io non sia più nemmeno in Parlamento».



Della visita a Berlusconi, Barbareschi ha detto: «un confronto» alla «vigilia di scadenze importanti, quali il decreto Milleproroghe e una tornata di nomine strategiche per il mondo delle telecomunicazioni». Nel corso del programma Radiofonico Un giorno da pecora, Barbareschi ha poi detto che il 7 febbraio rilascerà una comunicazione sul tema del trasformismo.



A questo punto il deputato di Fli ha rilasciato una nota ufficiale: «La notizia vera – spiega – è che ieri pomeriggio sono stato ad Arcore per incontrare il Premier, e sono contento di questo incontro, visto che in Parlamento ho sottolineato più volte come mancasse in questa legislatura un confronto con la leadership del Governo, che troppo spesso ha demandato a colonnelli e portaborse il rapporto con i parlamentari». «All’incontro con Berlusconi – prosegue – ho parlato della situazione politica e dei diversi problemi che seguo, in particolare la cultura in tutte le sue espressioni e le telecomunicazioni. Il clima avvelenato che viviamo ci fa scordare i problemi del Paese, viceversa rivendico con forza l’urgenza di affrontare questioni determinanti per il nostro futuro. Già in occasione della sfiducia a Bondi avevo confermato la mia indipendenza di giudizio, pensare con preoccupazione e con spirito costruttivo ai problemi del Paese non significa cambiare casacca.



Ho visto dunque volentieri il Capo del Governo alla vigilia di scadenze importanti, quali il decreto Milleproroghe – determinante per il futuro del mondo dello spettacolo – e una tornata di nomine strategiche per il mondo delle telecomunicazioni». «Il mio passaggio in Futuro e Libertà, fin dalla sua fondazione, è stato convinto e chiaro, e ancora oggi credo che quanto annunciato nel Manifesto degli italiani sia ancor di più attuale – rimarca – solo mi interrogo su alcune scelte successive che sono avvenute in modo repentino e soprattutto troppo poco condiviso.

La fondazione del Terzo Polo e la diluizione di Fli in esso – è stato infatti chiaro, fin dall’inizio, la leadership di Casini e di un certo tipo di centrismo – è secondo me un errore; sono infatti convinto che la fondazione di Futuro e Libertà dovesse essere la nascita di un soggetto che recuperava l’identità perduta nel partito del Predellino, e non vorrei che questo passaggio ancora una volta annacquasse la nostra identità». «Futuro e Libertà ha un lungo percorso avanti a sè, e credo che il nostro collocamento all’interno del centrodestra non debba essere messo in discussione, così come credo che ci voglia maggiore coinvolgimento nelle scelte, non basta un triumvirato a decidere, con Gianfranco Fini occupato giustamente nel suo ruolo di garanzia di Presidente della Camera – conclude –

Occupiamoci dei veri problemi del nostro Paese, sono convinto che anche i nostri elettori non capirebbero se andassimo a braccetto con coloro che fino a ieri sono stati nostri avversari, abbandonando uno schieramento che ci deve vedere ancora protagonisti, la nostra scelta deve essere chiara verso il bipolarismo. Con questi presupposti ho la ferma intenzione di continuare sul cammino che abbiamo intrapreso a Bastia Umbra».