Intervista a Vincenzo Consolo, dirigente di Futuro e libertà e amico personale di Gianfranco Fini. Avvocato e giurista, Consolo esprime il suo parere sul caso Ruby e la richiesta di processo per Silvio Berlusconi.

Per Consolo, non è spiegabile dal punto di vista giuridico l’azione promossa dalla Procura di Milano. Non avrebbero dovuto indagare sul capo del governo: “Infatti” dice “ho preferito non partecipare alla votazione nella giunta per l’autorizzazione della Camera”. In aula Consolo ha comunque votato contro il premier “mi sento vincolato alla linea del mio partito ma le assicuro che in quel caso mi è costato moltissimo farlo” dice.



Perché, spiega, “l’unico giudice competente sul vicenda del presidente del Consiglio regolata dall’articolo 96 della Costituzione è il Tribunale dei ministri”. Avrebbero dunque ragione gli avvocati di Berlusconi, Consolo precisa che però “il diritto si presta regolarmente a molteplici interpretazioni ma quella giusta è sempre l’interpretazione del più forte”. Per Consolo, “è chiaro che in questo momento i magistrati sembrano più forti del premier”.



Consolo condivide poi il principio che regola il processo breve ma è "contrario alla retroattività della norma contenuta nella legge". Processo breve che sembra fatto per sottrarre il premier dai processi: "Congelare i processi per tutelare non la persona ma la funzione che essa ricopre è tema che ha una sua ragionevolezza". Il principio che la legge è uguale per tutti, poi, "è un discorso astratto, la legge è uguale per tutti ma non tutti sono uguali di fronte alla legge. Se io calunnio qualcuno durante un intervento in aula nn ne risponderò, se lo fa lei sul suo giornale verrà condannato". Il dubbio finale di Consolo: "Non si capisce come si possa sostenere che a giudicare sulla ministeriali dei reati commessi nell’esercizio o meno delle funzioni sia esclusivamente il giudice ordinario".