Sul sito ufficiale dell’Idv oggi un articolo che affronta il tema dei precari. Si parla di una “prima vittoria nella mobilitazione contro la legge ammazza-precari approvata dal governo nel novembre scorso”.
Nel particolare, “Le commissioni riunite Affari costituzionali e Bilancio del Senato hanno approvato un emendamento che sposta di quasi un anno il termine per l’impugnazione per irregolarità dei contratti di lavoro a tempo determinato: dal 23 gennaio scorso al 31 dicembre 2011″. L’articolo illustra come l’articolo 32 del collegato lavoro avesse portato da cinque anni a 60 giorni dalla scadenza di un contratto ” i termini entro i quali è possibile impugnarlo per sospetta irregolarità e intentare causa di lavoro. E’ una norma feroce che sottrae a decine di migliaia di precari, per la maggior parte giovani, la sola arma che avevano per cercare di far valere i propri diritti. E’ chiaro infatti che alle aziende basterà ormai tenere due mesi in sospeso l’eventuale rinnovo del contratto per mettersi al riparo dalla stragrande maggioranza delle possibili cause di lavoro”.
Poi, continua l’articolo, un secondo elemento contenuto nel collegato lavoro: "il termine dei 60 giorni dovesse valere anche per tutti rapporti di lavoro pregressi, a decorrere dal giorno dell’approvazione della nuova norma, cioè dal 23 novembre. Si trattava né più né meno che di una gigantesca sanatoria. Pochi lavoratori, infatti, erano in grado di intentare una causa nei tempi ristretti fissati da una norma scritta apposta per strangolarli. E pochissimi, oltretutto, erano al corrente della simpatica innovazione, alla quale ovviamente il governo è stato ben attento a non dare nessunissima pubblicità". Secondo l’articolo, una campagna di informazione dell’Idv ha permesso a "migliaia di lavoratori precari hanno aggirato la trappola e intentato causa in tempo, ma sono molti di più quelli vittime della sanatoria camuffata. L’emendamento approvato nelle commissioni del Senato è importantissimo perché, prolungando di oltre 11 mesi i termini per intentare causa, cancella la sanatoria, anche se non incide affatto sui contratti di lavoro futuri".