Il rito immediato, richiesto e approvato nel caso Berlusconi relativo alle accuse di concussione e favoreggiamento della prostituzione minorile, è un procedimento utilizzabile dai pm “quando la prova appare evidente, salvo che ciò pregiudichi gravemente le indagini”.
E’ quanto dice la prima parte dell’articolo 453 del Codice di Procedura Penale. Il procedimento permette di accorciare i tempi tecnici delle procedure, saltando l’udienza preliminare. Per utilizzare il rito immediato, secondo quanto dice ancora l’articolo 453, ci sono delle condizioni precise: si può utilizzare “se la persona sottoposta alle indagini è stata interrogata sui fatti dai quali emerge l’evidenza della prova ovvero, a seguito di invito a presentarsi emesso con l’osservanza delle forme indicate nell’articolo 375 comma 3 secondo periodo, la stessa abbia omesso di comparire, sempre che non sia stato addotto un legittimo impedimento e che non si tratti di persona irreperibile”.
Il rito immediato deve essere richiesto entro 90 giorni dall’iscrizione nel registro per una persona indagata a piede libero ed entro 180 dall’esecuzione della misura per un indagato sottoposto a custodia cautelare. Il secondo comma dell’articolo 453 dice che “quando il reato per cui è richiesto il giudizio immediato risulta connesso con altri reati che giustificano la scelta di tale rito, si procede separatamente per gli altri reati e nei confronti degli altri imputati, salvo che ciò pregiudichi gravemente le indagini.
Se la riunione risulta indispensabile, prevale in ogni caso il rito ordinario". Il comma 3 dell’articolo 453 dispone che lo stesso imputato possa chiedere, se lo ritiene opportuno, il giudizio immediato. Nel caso di Berlusconi, il reato più grave è quello di concussione il che permette di "trascinare" il reato di prostituzione minorile nello stesso caso.
Ecco quanto è stato comunicar oggi in merito alla richiesta di rito immediato per Silvio Berlusconi: In data odierna l giudice per le indagini preliminari Cristina Di Censo, ha depositato il decreto con cui si dispone ai sensi degli articoli 453 e seguenti del codice di procedura penale, giudizio immediato a carico dell’onorevole Silvio Berlusconi". A cui la Procura di Milano contesta di aver abusato della qualità di presidente del Consiglio per indurre i funzionari della Questura di Milano, la notte del 27 e 28 maggio dell’anno scorso, ad affidare Ruby alla consigliera regionale Nicole Minetti e di avere avuto rapporti sessuali con la giovane marocchina ad Arcore.
Il Gip individua le parti lese nella stessa Ruby, al secolo Karima El Mahroug, marocchina, e nel ministero dell’Interno. Ruby è persona offesa nel procedimento in relazione al reato di prostituzione minorile contestato a Berlusconi: il premier avrebbe commesso atti sessuali con la giovane in cambio di denaro o altre utilità dal febbraio al maggio dello scorso anno, quando la ragazza non aveva ancora 18 anni. Il ministero dell’Interno, invece, è parte offesa in relazione al reato di concussione ipotizzato in relazione alla telefonata che Berlusconi fece nella notte tra il 27 e il 28 maggio scorso in Questura a Milano per ottenere il "rilascio" di Ruby, portata negli uffici della polizia in seguito alla denuncia di un furto.