Paolo Guzzanti torna nella maggioranza, aderendo al gruppo dei Responsabili alla Camera.
La maggioranza si rimpolpa. E, tra le sue fila, a sorpresa, dopo le asprissime polemiche contro Berlusconi, torna anche Paolo Guzzanti. Aderirà al gruppo dei Responsabili alla Camera. «Ecco perché oggi – spiega – ho aderito al gruppo di Iniziativa responsabile: primo obiettivo, evitare le elezioni anticipate in assenza di un anti-Berlusconi in grado di vincere per la rivoluzione liberale di cui ha bisogno il Paese». Guzzanti, ci tiene a sottolinearlo, non farà « sconti a nessuno», benché meno a Berlusconi: «confermo tutto – dice -, anzi rincaro la dose su mignottocrazia, putinismo, devastazione della democrazia parlamentare, schifo per la legge elettorale che deve essere cambiata»
Secondo Guzzanti, «una maggioranza in questo senso – continua sul proprio blog – si può ancora trovare, cambiare la legge e soltanto allora andare a votare». Un rammarico, poi, lo ha spinto alla decisione: «il fatto che il Terzo Polo in cui avevo tanto sperato ha soltanto prodotto pasticciate ipotesi di coalizioni col Pd, rinunciando cioè a contendere a Berlusconi il suo elettorato». Guzzanti è ben conscio delle accuse di trasformismo che gli pioveranno addosso: «Dunque è il momento di decisioni responsabili e anche scomode. So perfettamente quali sono le forche caudine che mi aspettano, ma ormai ho spalle larghe e esperienza di veterano».
Un altro motivo, «va cercato nel profondo disgusto (politico e personale) per come sono stato trattato nel Pli mentre conducevo una operazione politica molto importante allo scopo di rendere quel partito un piccolo protagonista ma questa è in fondo poca cosa e acqua passata».
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L’editoria e il giornalismo, infine: «Io in quest’ultimo anno non più scritto sui giornali. A me, giornalista da mezzo secolo, è stato impedito di scrivere. Me lo impedì Feltri quando venne al Giornale e disse che mi avrebbe segato, e lo fece». Guzzanti, allora, cercò spazio nella stampa di sinistra, «considerandola liberal e anche potenzialmente liberale. Ho avuto da quella stampa un’attenzione anche lusinghiera in quanto uscito dal PdL, ma di pubblicare i miei articoli in quanto tali, manco a parlarne». Dal principale giornale della sinistra, poi, ha avuto un trattamento«particolarmente brutale». In sostanza, così gli è stato detto, come lui stesso riferisce: «noi non ti vogliamo non perché tu sia stato berlusconiano, ma a a causa della Commissione Mitrokhin: Non possiamo dimenticare la violenza della nostra diffamazione nei tuoi confronti quando abbiamo fabbricato su di te la falsa informazione secondo cui in un ufficio napoletano fabbricavi elenchi di personalità di sinistra da diffamare (tutto inventato da noi), e dunque oggi non ti vogliamo perché sarebbe come ammettere pubblicamente che siamo stati dei fottuti mascalzoni e che ne siamo pentiti».