Il consiglio dei ministri ha deciso, dopo lunghe polemiche: il 17 marzo sarà festa nazionale. I tre ministri della Lega non hanno però aderito, e il partito di Umberto Bossi ha duramente criticato la scelta di governo. L’ha definita “follia incostituzionale”.

Roberto Calderoli: “Fare un decreto legge per istituire la festività del 17 marzo, un decreto legge privo di copertura (traslare come copertura gli effetti del 4 di novembre, infatti, rappresenta soltanto un pannicello caldo e non a casa mancava la relazione tecnica obbligatoria prevista dalla legge di contabilità), in un Paese che ha il primo debito pubblico europeo e il terzo a livello mondiale e in più farlo in un momento di crisi economica internazionale è pura follia. Ed è anche incostituzionale”.
 



Ignazio La Russa ha subito dichiarato che non c’è alcuna rottura con la Lega: “Posso tranquillamente affermare che la copertura c’è, con il trasferimento degli effetti giuridici ed economici del 4 novembre.

Non c’è nulla di male se nel Cdm, che si è espresso a larga maggioranza, si esprime una diversità di opinione. Ho discusso con Bossi in modo tranquillo e gli ho fatto notare che dove c’è il federalismo lo spirito nazionale è più forte. Credo che le due cose possano andare di pari passo", ha detto il ministro della Difesa. Per La Russa "forse, quando il federalismo sarà compiuto chi, fra gli amici che hanno oggi votato contro, potranno aderire". Dunque, salvo sorprese dell’ultima ora, scuole e uffici chiusi il 17 marzo, con rischio di lungo ponte festivo annesso.



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