In un’intervista concessa ad Annozero Gianfranco Fini attacca su più fronti Berlusconi.
Fini passa al contrattacco. E rilascia una serie di interviste in cui lancia accuse di vario genere a Berlusconi. Interpellato da Annozero, a proposito dell’atteggiamento del governo italiano con la Libia, parla di un eccesso di accondiscendenza, con forme ostentatamente ridicole, come il bacio di Berlusconi all’anello di Gheddafi. Sempre a proposito di Berlusconi e del suo conflitto d’interesse, spiega: «si dovrebbe ragionare sull’interessa al conflitto. Significa che Berlusconi, da qualche tempo a questa parte, ha sempre bisogno di un nemico contro cui scagliarsi. Di volta in volta può essere la stampa di sinistra, la magistratura comunista, la legge costituzionale, il Parlamento, l’alleato infedele. Domani il nemico sarà un complotto internazionale». Secondo Fini il perché di un tale atteggiamento risiede nella volontà dio «mobilitare gli “ultrà” della curva» fatto che «prescinde dall’azione di governo». Sul perché non intenda dimettersi da presidente della Camera, poi, rivela: «Io non sono diventato presidente della Camera perché ho vinto un concorso. Quando diventai presidente della Camera nel 2008 ci fu un accordo politico elettorale tra me e Berlusconi. Non era nato ancora il Pdl. L’accordo era: se tu vai a Palazzo Chigi io vado alla Camera». Un patto reciproco, quindi. Ecco perché Fini si dice pronto a dimettersi solo laddove anche Berlusconi farà lo stesso.
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