Il ritorno dell’ex ministro Claudio Scajola alla gestione del partito sembra ormai imminente. Alcuni ostacoli di natura strategica, tuttavia, potrebbero rimandarla.

Ormai pare cosa certa. Le semi-smentite del diretto interessato, data la sua militanza di lungo corso in politica, e la sua navigata capacità di districarsi tra le pieghe della comunicazione per sortire gli effetti voluti, vanno per lo più intese come conferme. L’ex ministro Claudio Scajola, placata la bufera relativa alla sua abitazione romana, ottenuta con un non meglio precisato finanziamento  – pare – a sua insaputa dall’imprenditore Diego Anemone – tornerà ad avere un ruolo di primo piano nello scacchiere politico.



Con ogni probabilità torna a occuparsi del partito. Ne è certo, tra gli altri, il ministro della Giustizia Angelino Alfano che se ne dice convinto nel corso della trasmissione in onda su La7, Niente di personale. Lo confermano le mosse che Scajola sta mettendo in atto attraverso la sua neonata Fondazione Cristoforo Colombo. Dalla  quale fa sapere – facendo intendere che è pronto a realizzare dei gruppi distiniti che  rappresenterebbero una grana per il Pdl – che i gruppi parlamentari “Azzurri per l’Italia” nasceranno solo se il premier stesso penserà che non vi sia alternativa al rilancio del partito. Sul quale, dice la sua senza peli sulla lingua: «Il Pdl, geniale intuizione di Berlusconi, finora non è diventato uno strumento organizzato funzionante. Doveva essere il partito della gente, della nostra gente. Troppo spesso non lo è».



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Secondo Scajola, inoltre, gli ex An rappresentano tuttora «una realtà quasi distinta rispetto a Forza Italia» seppur leale e fedele a Berlusconi mentre «il glorioso passato di un partito forte come Forza Italia sembra andare perdendosi»: Secondo la ricostruzione de Il Corriere della Sera, il premier avrebbe chiesto a Scala di pazientare.

 

Le sue non tropo velate accuse alla gestione Bondi e Verdini contribuiscono a renderlo inviso a buona parte del partito, e in questo momento in cui la maggioranza si sta ancora allargando e ci sono in calendario importanti votazioni come quella sul conflitto di attribuzione, Berlusconi non può permettersi passi falsi. Come, del resto, non può permettersi che la minaccia di Scajola di attuare gruppi parlamentari autonomi, prende forma.