L’esecutivo, alla Camera, è andato sotto per due volte. Sono passati due emendamenti presentati dall’opposizione sull’istituzione del garante dell’infanzia.

Il governo è stato battuto alla Camera. Per ben due volte. E’ accaduto nel corso delle votazioni per istituire il garante dell’infanzia. Il Parlamento ha votato, in particolare, due emendamenti presentati dall’opposizione, nei confronti dei quali l’esecutivo aveva già dato parere contrario. Un primo emendamento è passato con 271 sì, 262 no e un astenuto. Si riferiva alle competenze del Garante per l’infanzia, e gli conferisce il potere di segnalare, alle autorità giudiziarie competenti, laddove venisse ravvisata l’emergenza, la presenza di minori in stato di abbandono perché l’autorità se ne faccia carico. Il secondo emendamento è, invece, passato con 268 sì, 262 no e due astenuti.



«Con i due voti di oggi» – ha dichiarato il segretario del Pd a Montecitorio Erminio Quartiani,  – «dall’inizio della legislatura sono 69 le votazioni in cui l’opposizione riesce a mettere in minoranza la ormai ex-maggioranza. Anche se adesso cercano di correre ai ripari chiamando i ministri per le votazioni, rimane tutta la debolezza politica della compagine governativa che non ha più una maggioranza politica in Parlamento e nel Paese».



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Contestualmente, Silvio il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e il sottosegretario Gianni Letta si trovavano al Quirinale con il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, dove all’ordine del giorno c’era la discussione per nominare due nuovi ministri: Saverio Romano all’Agricoltura e Giancarlo Galan ai Beni culturali.

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