Fini, alla richiesta si sollevare in conflitto di attribuzione sul caso Ruby, ha detto che intende sottoporre la questione alla Giunta per il regolamento che esamini il caso.

La maggioranza ha chiesto alla presidenza della Camera di sollevare un conflitto di attribuzione sul caso Ruby. Oggi è il numero uno di Montecitorio, Gianfranco Fini ha spiegato cosa intende fare. Ovvero, chiedere alla giunta per il regolamento di approfondire la richiesta «affinché la presidenza possa disporre di tutti gli elementi utili per definire la procedura da seguire in riferimento alle prerogative dell’ufficio di presidenza e dell’assemblea».

La giunta, quindi, sarà convocata «orientativamente nel corso della prossima settimana, una volta concluso l’esame presso la giunta per le autorizzazione». Da sottolineare  come, nella giunta, l’opposizione sia avanti 6 a 5. Rispondendo alla lettera scritta dai capigruppo della maggioranza, Fabrizio Cicchitto, Marco Reguzzoni, Luciano Sardelli, Fini ha spiegato che «sotto il profilo procedurale si fa riferimento al ruolo dell’assemblea quale “sede ultima delle decisioni della Camera su tale questione”».

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Sul concetto secondo il quale l’ultima parola spetti all’Aula, Fini risponde: «Faccio presente che la consolidata prassi procedurale in ordine ai conflitti di attribuzione prevede che nel caso in cui si tratti di valutare se elevare o meno conflitto da parte della Camera nei confronti di un altro potere dello Stato è riconosciuto all’ufficio di presidenza un ruolo di “filtro”, ragione per cui la valutazione negativa operata da parte di tale organo ha condotto in passato alla mancata sottoposizione della questione all’assemblea». Nell’ufficio di presidenza, la maggioranza è a quota 8, l’opposizione a 10. Se si conta anche Fini, che per prassi non vota, 11.