L’annuncio delle 10 milioni di firme anti Berlusconi raccolte dal Pd all’interno dell’iniziativa “Berlusconi dimettiti” ha lasciato stupefatti i dirigenti stessi del Partito democratico. Martedì il segretario Bersani presenterà le firme pubblicamente dichiarando l’obiettivo che si era prefissato raggiunto.
Ma qualche magagna sta uscendo fuori già in queste ore. Le firme, raccolte nei gazebi delle piazze e online, secondo alcuni sarebbero “farlocche”. Nel senso che nei 10 milioni sarebbero contenuti molti autografi palesemente falsi. Nomi tipo Numa Pompilio da Roma, Herman Goering da Berlino, Zeta di Zorro da Messico City, Al Capone da Minervino Murge e poi addirittura Hitler e Lenin, Castro e Wojtyla.
L’accusa della stampa di centro-destra, ma anche di strati critici del Pd è che non ci sia stato molto controllo sulla veridicità delle firme. Pronta la replica dell’ufficio stampa del segretario: “Scottati dal successo della campagna ‘Berlusconi dimettiti’ Libero e Il Giornale attaccano con l’apposizione di firme false”.
Ma l’imbarazzo sulle firme anti Berlusconi è evidente anche all’interno del Partito democratico. Sono molti a criticare la validità, il senso e comunicazione della raccolta degli autografi per mandare via il Cavaliere. Da Ivan Scalfarotto, vice-presidente e ottimo conoscitore della rete, a Mario Adinolfi, blogger e ideologo vicino al partito. “I dieci milioni non esistono, la quota realistica è cinque”, dice Adinolfi.
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Il radicale Marco Cappato è secco: “Per un referendum ce ne vogliono 500 mila e non bastano tre mesi”. Nino Stumpo però invita a prendere in considerazione anche i mezzi straordinari usati per raccogliere le firme anti Berlusconi. “Abbiamo diversi milioni di firme e altri ne arriveranno, anche grazie ai moduli che i circoli hanno imbucato nelle cassette delle lettere”.
Ha votato anche il sindaco di Bari Michele Emiliano. “Mi sono però sentito un po’ patetico, perché Berlusconi se ne frega delle nostre firme”. Il direttore di Europa Stefano Menichini se la prende con “i burocrati pigri del Pd” che hanno ignorato errori e anomalie nelle firme. Parole che fanno infuriare Chiara Geloni, direttore di YouDem: “Se fossero nove milioni e otto le firme vere, cambierebbe qualcosa?”. Tutti aspettano dunque martedì, giorno in cui Bersani svelerà le firme anti Cav. “Bersani dovrà presentarsi col camion…”, ironizzano nella minoranza. Ma il portavoce Stefano Di Traglia ridimensiona: «Dieci milioni di firme stanno in un metro cubo”.