La situazione, a Lampedusa, a causa dei continui sbarchi, rischia di deflagrare. Berlusconi non ha nascosto le proprie preoccupazioni, parlando del rischio di Tsunami umano
Pure Berlusconi, ottimista per antonomasia, di fronte agli sbarchi a Lampedusa non ha potuto fare alcunché per nascondere la propria preoccupazione. I rischi legati al continuo afflusso di immigrati è elevatissimo, la situazione rischia, da un momento all’alto di deflagrare. E’ stata convocata la prima riunione della cabina di regia a Palazzo Chigi per gestire l’emergenza. Lì il premier ha espresso i suoi timori, spiegando che gli approdi di clandestini stanno raggiungendo le proporzioni di uno «tsunami umano».
La «prima soluzione», di fronte a ciò, sono i rimpatri, mentre le tendopoli «saranno provvisorie», ha detto il presidente del Consoglio. La rassicurazione, tuttavia, per le Regioni non è sufficiente. Continua il fermo “no” dei governatori all’assorbimento di clandestini. La commissaria Cecilia Malmstrom, intanto, ha dato la disponibilità ad aumentare le risorse dell’Unione Europea all’Italia per la gestione dei migranti. Berlusconi, proprio in merito all’Europa, ha parlato di «un egoismo generalizzato molto negativo», riferendosi, in particolare, all’atteggiamento degli altri capi di Stato. «Insistiamo sull’intervento dell’Ue».
Nel frattempo, Roma ha proposto alla Tunisia di rimpatriare i propri migranti in cambio di un’offerta di cento milioni d aiuti per bloccare gli arrivi. «È nell’interesse di Tunisi fermare le giovani generazioni a lavorare nel loro territorio e saranno allettati dal Piano Marshall che abbiamo in mente e che prevede un intervento massiccio dell’Europa non solo per la Tunisia ma per tutti i paesi dell’area», ha detto Berlusconi. «Lunedì si tratterà di convincere, e se serve costringere, la Tunisia a tener fede agli impegni presi» ha, invece, aggiunto Maroni, preannunciando che allo studio c’è la concessione di permessi di soggiorno temporanei per i migranti che intendano ricongiungersi con familiari in altri Paesi. «È anche uno strumento di pressione per fare capire all’Europa che, di fronte al diniego di collaborazione, noi intendiamo attuare i principi di solidarietà europea e chi vuole andare in Francia non può essere costretto a rimanere», ha dichiarato.
Intanto, in attesa di dare piena operatività ai rimpatri, il governo ha individuato un sito per ogni Regione in cui allestire le tendopoli. In 48 ore dovrebbero esser pronte settemila tende. «Sulla questione delle tendopoli non c’è l’accordo», ha tuttavia sottolineato il presidente della conferenza delle Regioni Vasco Errani, spiegando che le «tendopoli non sono gestibili»