L’Unione europea boccia la proposta italiana di dare protezione temporanea ai profughi. Maroni reagisce chiedendosi se sia ancora il caso di continuare a farne parte.
Bocciata, da parte del Consiglio Europeo, la proposta dell’Italia di protezione temporanea per i profughi nordafricani, definita prematura dal Commissario per gli Affari Interni Cecilia Malmstrom: «Non ci troviamo ancora in una situazione tale da far scattare il meccanismo», ha detto, non ravvisando la situazione di urgenza necessaria alla sua attuazione. Contestualmente Parigi ha fatto sapere che rispedirà i tunisini che non sono in regola in Italia: «continueremo a rimandare in Italia gli immigrati tunisini che si recano in Francia senza rispettare le regole della convenzione di Schengen». Durissima la reazione del ministro dell’Interno italiano Roberto Maroni. Poco prima della riunione del Consiglio europeo aveva dichiarato: «Oggi vedremo se esiste l’Europa unita e solidale o se è solo un’espressione geografica».
Dopo la decisione di bocciare la proposta italiana, si è sfogato dicendo: Mi chiedo se ha senso rimanere nell’Unione europea. Meglio soli che male accompagnati». Il titolare del Viminale, ha definito l’incontro «deludente» e ha spiegato: «E’ passata la linea secondo cui l’Italia deve fare da sola. La riunione si è conclusa con un documento, sul quale c’è stata la mia astensione, che non prevede alcuna misura concreta». E l’Italia, secondo la parole del ministro, ha tutto il diritto e le carte in regola per rivendicare un aiuto: «Noi, quando c’è stato bisogno, abbiamo espresso la nostra solidarietà verso la Grecia, l’Irlanda e il Portogallo. Ma a noi, in questa situazione di grave emergenza, ci è stato detto “cara Italia, sono affari tuoi e devi fare da sola”».
Rispondendo alla parole di Napolitano, che aveva invitato a non prendere neanche lontanamente in considerazione l’ipotesi di divisione, ha chiarito: «Sappiamo che con l’Europa non si scherza. Ma se quando si chiede la solidarietà ci viene detto di fare da soli, mi pare che qualcosa non funzioni».
Il ministro ha anche fatto presente che, tra tutti gli Stati membri, siamo i soli ad aver compiuto dei passi concreti. «Abbiamo fatto un accordo bilaterale con la Tunisia concedendo una linea di credito, c’è l’accordo per i rimpatri e forniamo mezzi». Unica nota positiva: nessuno, conclude Maroni, ha avuto da eccepire in merito al permesso di soggiorno temporaneo dato ai clandestini che intendano ricongiungersi con i propri parenti.