Tutti contro Lassini: il presidente della Repubblca, l’opposizione e anche la maggioranza, Il candidato sindaco al comune di Milano, pone un aut auto: o lui o me.
Non si placano le polemiche scatenate dalla sortita di Lassini. Il candidato alla amministrative di Milano, nella lista del Pdl, titolare dell’associazione “in difesa della democrazia”, aveva installato, negli spazi riservati alla campagna elettorale, alcuni manifesti recanti la scritta: “Via le Br dal Procure”. Lassini, ora, è indagato per vilipendio dell’ordine giudiziario. Ieri il capo dello Stato ha scritto una lettera al Csm definendo la trovata «ignobile», l’opposizione è insorta e, come se non bastasse, anche la maggioranza lo attacca. Il pressing perché ritiri la sua candidatura, ormai si è fatto incalzante. «Manifesti vili e incivili, il Pdl prenda le distanze», ha commentato il presidente del Senato Renato Schifani.
Durante una conversazione con il presidente dell’Anm Luca Palamara ha definito le accuse di Lassini «ignobili, inaccettabili, da condannare senza se e senza ma» e ha inviato il Pdl a prendere le distanze dal personaggio. «Occorre fare gesti concreti per fare in modo che i toni si abbassino e vengano marginalizzate queste iniziative. Adesso che si conosce l’autore mi auguro fortemente che il partito e il suo riferimento prendano le distanze in maniera tale da contribuire allo svelenimento del clima del paese».
Gli fa eco il presidente della regione Lombardia Roberto Formigoni, che afferma: «Sarebbe opportuno che si autospendesse, perché non esprime la linea del Popolo della Libertà». La più dura di tutte è il candidato sindaco Letizia Mortti, che pone un aut auto: o lui o me. E definisce la sua candidatura «incompatibile con la presenza di Lassini in lista».