Il Governo ha dato mandato all’Avvocatura generale dello Stato di presentare conflitto di poteri davanti alla Corte costituzionale per chiedere l’annullamento della decisione con cui i giudici di Milano del processo Mediaset non ritennero legittimo impedimento, il primo marzo del 2010, l’assenza in udienza di Silvio Berlusconi, imputato per frode fiscale, nonostante quel giorno il premier fosse impegnato a presiedere un Consiglio dei ministri.
Il primo marzo 2010 i giudici della prima sezione del Tribunale di Milano con a capo Edoardo D’Avossa non considerarono il consiglio dei ministri che si svolgeva quel giorno un legittimo impedimento tale che non potesse far venire in tribunale Silvio Berlusconi. Quello stesso giorno il consiglio dei ministri approvò il ddl sull’anticorruzione. Ci furono forti polemiche in seguito alla decisione del tribunale. Il ministro della Giustizia Alfano criticò la decisione e comunicò agli avvocati del premier che esistevano gli estremi per sollevare un conflitto davanti alla Corte costituzionale. Con l’entrata in vigore ad aprile 2010 della legge-ponte che integrava i casi di legittimo impedimento di premier e ministri. il conflitto non fu sollevato. Adesso torna l’esigenza di sollevare nuovamente il conflitto: lo scorso gennaio la Consulta ha bocciato in alcuni punti la legge sul legittimo impedimento.
L’Avvocatura generale dello Stato starebbe preparando il testo del conflitto per lamentare la lesione del principio di leale collaborazione tra poteri dello Stato. Il governo chiederà pertanto l’annullamento dell’ordinanza con cui i giudici del processo Mediaset non concessero il legittimo impedimento a Berlusconi.