«Faccio come posso ciò che debbo fare secondo la Costituzione»: lo ha detto il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, circondato da studenti e autorità nel salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio a Firenze, dove ha tenuto una lezione–dibattito ai ragazzi delle scuole fiorentine presenti. Un’accoglienza calorosa, una lunga standing ovation, che hanno fatto dire al presidente della Repubblica: «Sento la fiducia di tutti gli italiani». Fiducia di cui ha detto di avvertire la responsabilità nei confronti di tutti i cittadini, provenienti da ogni parte del paese e da ogni estrazione sociale. Invitando gli studenti a non lasciarsi sopraffare dalla «retorica del pessimismo» ha spiegato, rispondendo ad un giovane, che il destino del Parlamento non è certo quello di sparire, ne di tradursi in un «esercizio povero e meschino delle sue facoltà». Lo ha detto sottolineando come, in effetti, esista un processo che tende a spostare competenze a livello internazionale e a livello locale. A tal proposito, precisando come i parlamentari debbano interpretare il proprio dovere, ha sottolineato come siamo ancora ben lontani dall’aver assimilato quell’etica pubblica e quel senso delle istituzioni tipiche, ad esempio, della Gran Bretagna. Per dimostrare la sua tesi ha citato il caso di quegli onorevoli che, travolti da uno scandalo per aver abusato dei propri privilegi, si dimisero. «Da noi quel clamore sembrò eccessivo, perché abbiamo una scala di giudizio un po’ diversa». In particolare, l’inquilino del Colle, ricorda una delle ragioni che portarono a tale abuso: «poteri della Camera dei comuni si erano ridotti in seguito a quel processo che ho descritto». Sempre in tema, Napolitano a posto a fuoco alcune questioni relative al federalismo, chiarendo come la sua applicazione non possa limitarsi all’introduzione di un nuovo regime fiscale, ma occorra «anche una Camera delle Regioni e delle Autonomie per corresponsabilizzare i rappresentanti locali e regionali sui problemi del bilancio pubblico». In tale processo, tuttavia, ha precisato, non tutto può essere decentrato, ma alcuni organismi costitutivi dello Stato, devono rimanere inalterati: «nessuno – dice – può mettere in dubbio il ruolo del ministero degli Esteri e di quello dell’Interno e neanche scelte necessarie per la salvaguardia del nostro patrimonio di beni storici e culturali». 



Un commento, infine, sul nostro coinvolgimento nella missione in Libia, e sulla decisione di partecipare ai raid aerei con gli altri Paesi della coalizione: «L’Italia – ha assicurato – non ha dichiarato nessuna guerra». E ha aggiunto: «Ritengo che non ci potessimo sottrarre», «nessun paese del Consiglio di sicurezza ha messo il veto e alcuni paesi si sono astenuti».

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