E’ scontro tra Silvio Berlusconi e presidente della Repubblica. Ieri, dopo aver firmato le nomine dei nuovi sottosegretari che hanno dato vita al rimpasto di governo, Giorgio Napolitano aveva espresso ufficialmente tutta la sua perplessità sull’operazione. Non è più la maggioranza eletta dagli italiani, aveva detto il capo dello Stato, è necessario un voto dell’Aula ad approvazione di quanto deciso. Nel merito, quanto sostiene Napolitano è questo: nel governo sono entrati esponenti di gruppi parlamentari differenti da quelli che gli italiani avevano votato alle ultime elezioni, diversi rispetto alla coalizione che si è presentata alle elezioni politiche. Il capo dello Stato fa riferimento. I nuovi sottosegretari nominati dal capo del governo appartengono infatti al gruppo dei Responsabili, che rappresenta fuoriusciti da Fli e altre forze politiche come l’Italia dei valori, ex del Mpa e i Liberali.C’è anche un ex Pd. Le reazioni sono state quasi immediate. Mentre l’opposizione plaudiva le parole del presidente della Repubblica. Pierluigi Bersani segretario del Partito democratico ha così commentato la richiesta del Colle: “Gli italiani non capiscono se c’è stata la nomina di un’accozzaglia di di sottosegretari, oppure è nata una nuova maggioranza parlamentare con il Parlamento che si riduce a luogo di compravendita di deputati e senatori. Per quello che riguarda, aspettiamo sereni le valutazioni di Fini e Schifani”. Secondo Italo Bocchino di Fli, il capo dello Stato ha fatto emergere una situazione formale e costituzionale da loro più volte sottolineata. Berlusconi, ha aggiunto Bocchino, ha messo in atto un ribaltine parlamentare per tenere in piedi la maggioranza. Di fatto, avrebbe sostituito la maggioranza eletta dagli italiani con una retta da alcuni mercenari. Per Berlusconi, una doccia fredda, quella inviata da Napolitano, che non si aspettava. Il premier ha dichiarato di aver soltanto messo in atto le sue prerogative (cosa che peraltro Napolitano non ha mai criticato, cioè quella di aver aumentato il numero dei sottosegretari). Infastidito, ma tranquillo, Berlusconi ha lasciato la replica ai suoi capigruppo, che non si è fatta attendere. “Numerosi voti di fiducia, a partire da quello della svolta del 14 dicembre, hanno chiarito il quadro politico, con ripetute verifiche nelle sedi parlamentari”, dice il comunicato. Le nomine di governo “sono giunte dopo queste diverse votazioni e nel pieno ed assoluto rispetto delle norme costituzionali e delle prerogative del capo dello Stato”.
Quindi è arrivato il parere di Umberto Bossi, assai atteso dopo le recenti scintille sulla guerra in Libia tra Lega e Berlusconi. Che ha dichiarato che Berlusconi ha la competenza per nominare i sottosegretari, la legge dice che può farlo, perché si dovrebbe passare dal Parlamento. Le leggi si applicano, è stato il suo commento. A proposito dell’ingresso dei responsabili nel governo, ha poi aggiunto: “Sono un gruppo che ha votato, quindi Berlusconi fa bene a premiarli, se così si può dire”. Aggiunge Roberto Calderoli che non esiste alcun problema. Se Napolitano pensa che la nomina di nove sottosegretari rappresenta un cambiamento del governo, si capisce perché chieda il voto dell’Aula. Critio anche il capogruppo dei responsabili Sardelli che definisce improprio l’intervento di Napolitano.