Di Pietro, da alcuni giorni veste i panni del moderato. Propone di sedersi attorno ad un tavolo con i partiti dell’opposizione per elaborare un programma, si mostra dialogante con il governo e afferma che è giunta l’ora di finirla con l’antiberlusconismo a oltranza. E, inoltre, si è messo ad attaccare il leader di Sel Nichi Vendola. «No alle primarie per candidati alla Vendola», ha detto, proponendo a Bersani di individuare i partiti che faranno parte della coalizione, realizzare un programma condiviso e a quel punto, scegliere i candidati alle primari. «In questo caso parteciperemo con un nostro candidato, altrimenti facciamo le primarie per candidati alla Vendola, e questo non aiuta», ha detto. L’ex pm, poi, rivolgendosi al Pd gli ha conosciuto il diritto di leadership. Ad un patto. Ovvero che la eserciti. «Se non riescono a farlo lo facciamo noi», ha detto. Nichi Vendola, dal canto suo, replica al capo dell’Idv dicendo, nel corso della registrazione dell’intervista di Maria Latella, in onda domenica su SkyTg24: «Le primarie come un’occasione pubblica per parlare delle questioni reali dell’Italia e del suo futuro, possono essere una bella gara, piuttosto che una competizione cattiva, per questo non sono preoccupato se Di Pietro mi toglierà voti». In merito al colloquio con il premier alla Camera, aspramente criticato dalla base dell’Idv, ha commentato: «Avere considerazione del proprio avversario quando si avvia al tramonto non è una cosa negativa, non ho mai sopportato gli eccessi di demonizzazione della figura dell’avversario».
Riferendosi alla nuova strategia dell’ex pm di Mani pulite, infine, ha detto: «Di Pietro sente restringersi lo spazio a sinistra: la crescita di Sel e il protagonismo del segretario del Pd lo hanno spiazzato e crede che ricollocandolo a destra nella coalizione di centrosinistra possa metterlo in grado di intercettare l’eventuale crisi del centrodestra».