E’ durato ben sette ore il vertice di maggioranza a Villa Arcore tra il capo del governo Silvio Berlusconi, Umberto Bossi, il ministro dell’economia Giulio Tremonti. Erano presenti anche il segretario del Pdl Alfano, eil ministro degli interni Maroni. Presenti anche i capigruppo del Popolo della Libertà alla Camera e al Senato, Fabrizio Cicchitto e Maurizio Gasparri. La lunghezza dell’incontro la dice lunga sulla complessità dell’evento: a quanto si sa tramite fonti varie, si sarebbe raggiunto un accordo su alcuni punti importanti. Innanzitutto nessuna modifica all’Iva, punto che aveva suscitato le ire del presidente di Confindustria Marcegaglia. Probabile alleggerimento del contributo di solidarietà (un punto di caduta su un prelievo del 5% sopra i 200mila euro) o cancellazioen totale, mentre accordo fatto sull’abolizione delle province per via costituzionale. Sempre per via costituzionale anche la riduzione del numero dei parlamentari. Ci sarebbe in ballo anche la riduzione dei vantaggi fiscali per le cooperative, un intervento sulle pensioni e due miliardi in meno di tagli agli enti locali. Sulle pensioni, è stato deciso ch e l calcolo venga effettuato sugli anni effettivi di lavoro. Per raggiugnere gli anni di anzianità non si terrà più conto degli anni di servizio militare e di quelli universitari: verranno scorporati tenendo immutato l’attuiale regime previdenziale. Saranno comunque conteggiati nel calcolo della pensione. Proprio gli enti locali nelle persone dei loro sindaci (quasi duemila) hanno manifestato oggi a Milano mentre era in corso il vertice di Arcore. Protestavano contro i tagli ai comuni previsti nella prima bozza della manovra. Il sindaco di Roma Alemanno si è spinto a dire che l’intera manovra è iniqua e va azzerata completamente. “Altrimenti non siamo nelle condizioni di sostenibilità economica per garantire i servizi. Ci aspettiamo che il ministro dell’Interno porti questa nostra indicazione molto ferma a tutto il governo. Finché non ci saranno risposte serie la mobilitazione continuerà” ha detto il primo cittadino della capitale. Intanto c’è tempo fino alle 20 di stasera per portare emendamenti al testo in esame al Senato. Il Terzo polo ha preparato la sua contro manovra da presentare (agire sul sistema previdenziale tagliando agevolazioni sui lavori usranti, con una riforma che porterebbe a cancellare il sistema delle quote dal 2012 e  di andare in pensione o a 65 anni o con 40 anni di contributi) mentre stessa cosa stanno facendo Pd e Idv.



In tutto questo, è arrivata la notizia che l’Authority per l’energia  ha bocciato la cosiddetta “Robin tax”: “Il settore dell’energia non sia oggi caratterizzato da fondamentali tali da giustificare che l’aumento dell’ires sia circoscritto al solo settore energetico” si legge nel comunicato apposito.

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