Salvo le ennesime correzioni, la manovra finanziaria sarà approvata definitivamente dalla Camera, dopo esser già passata al vaglio del Senato, mercoledì. Lo ha detto il premier Silvio Berlusconi intervenendo a La Telefonata, la rubrica interna a Mattino Cinque condotta da il direttore di Libero Maurizio Belpietro. Dopo un iter particolarmente affannoso, cambiamenti, inversioni di rotta, emendamenti di ogni genere, e inversioni di marcia all’ultimo minuto, il provvedimento da 45,5 miliardi che dovrebbe metterci al riparo dalle tempeste finanziarie approva finalmente al passaggio conclusivo.
Berlusconi ha spiegato che – molto probabilmente – non ci saranno cambiamenti ulteriori. Poi, si è detto convinto del fatto che la direzione intrapresa sia quella necessaria per il raggiungimento dell’obiettivo. Ovvero, riuscire a «confortare gli interlocutori europei». La manovra, infatti, si prefissa lo scopo di raggiungere il pareggio di bilancio che, a sua volta, è la condizione sine qua non, impostaci da Germania e Bce per continuare a comprare i nostri titoli di Stato.
Per essere sicuri che le istituzioni interessate intendano, il presidente del Consiglio ha spiegato che domani sarà a Bruxelles e a Strasburgo per «spiegare carte alla mano la situazione di questa manovra e la assoluta volontà del nostro governo e della nostra maggioranza di raggiungere il pareggio nel 2013». Poi, ha imputato ai partiti dell’opposizione e ai giornali che gli fanno riferimento, la colpa di aver indotto nell’Europa la convinzione che li governo voglia compiere dei passi indietro rispetto agli impegni assunti.
Contestualmente sarebbe dovuto comparire in aula come testimone, su convocazione della procura di Napoli, nell’ambito dell’inchiesta che vede indagato l’imprenditore Giampaolo Tarantini per estorsione. Berlusconi avrebbe dovuto testimoniare come vittima della presunta estorsione. Ha bollato come «assurdità» l’ipotesi secondo la quale la missione a Bruxelles rappresenterebbe l’escamotage per sfuggire all’interrogatorio dei pm di Napoli. «Volete che abbia timore di incontrare dei magistrati da testimone in un caso dove ho aiutato una famiglia in difficoltà con figli piccoli, con un’altra famiglia a carico, passata dall’agiatezza alla miseria?», ha chiesto retoricamente.
Passando, poi, a descrivere la situazione interna al Pdl, ha spiegato che, in questo momento il partito è un cantiere aperto. A tre anni dal discorso del predellino, il nuovo obiettivo è quello di dotarla di regole e norme tali da renderlo la casa di tutti i moderati. «Non penso che sia opportuno modificare l’assetto di vertice, con Alfano segretario politico affiancato dai tre coordinatori», ha specificato, riferendosi al prossimo passaggio congressuale.