La presidente di Confindustria Emma Marcegaglia avverte: “Dobbiamo prendere decisioni chiare, tutti insieme, il tempo ormai è scaduto, bisogna mettersi a fare cose non piccole, non spot per accontentare un pezzo dell’elettorato, ma un grande disegno organico, riforme profonde già dai prossimi giorni”. Altrimenti, continua, il governo “avrà una responsabilità pesantissima, responsabilità gravissime” ma, afferma, “non sta a me decidere se questo governo debba rimanere o meno. Siamo una democrazia parlamentare, deve decidere il Parlamento o il presidente della Repubblica. Vedremo. Comunque il tempo è molto breve: non cresciamo a sufficienza da 15 anni ed il tema non è stato affrontato finora in modo serio. Se lo spread supera i 400 punti base a lungo fa imballare la nostra economia. Vuol dire che le banche non hanno più soldi per finanziarsi, né per noi”. Il problema del Paese è la crescita, tuona ancora la Marcegaglia, secondo cui per salvarsi occorre farlo “tutti insieme”, mettendo in piedi un patto sociale, e “stiamo lavorando per questo e vedo i presupposti perché questo patto sociale possa esserci. Non ci arriveranno aiuti né dagli eurobond né da nessun altra parte: dobbiamo contare solo su noi stessi e fare le riforme che sono state lasciate da parte per tanti anni. O le facciamo o le responsabilità che si prende il governo saranno gravissime”, insiste la leader degli industriali, secondo cui i temi da affrontare sono principalmente due, quello delle pensioni delle donne e di anzianità. Bisogna pensare “in modo serio e completo” alla riforma delle pensioni, e “avere una riforma chiara e completa potrebbe risolvere anche un problema di equità”. Si parla anche di articolo 8 che, secondo la presidente di Confindustria Marcegaglia, non è incoerente con l’accordo del 28 giugno, ma “dà ancora più spazio alla contrattazione aziendale. Non ci sembra che ci sia alcuna incoerenza. Oggi, da parte nostra e da quella delle parti sociali, non deve esserci chiusura mentale”.



Quando qualcuno le chiede se esiste la possibilità che scenda in politica, lei risponde chiaramente: “Assolutamente no. È la solita logica per cui chi dice liberamente e in modo indipendente come stanno le cose, basandosi sui dati e sui fatti, vuole scendere in politica. Io non voglio assolutamente scendere in politica, ma sto cercando di fare in un momento difficilissimo il meglio possibile per rappresentare la voce degli imprenditori che è preoccupata e, in qualche modo, arrabbiata perché non si vedono decisioni che possono aiutare il Paese”.   

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