Di Pietro, nell’occhio del ciclone per aver candidato il figlio in Consiglio regionale, in Molise, rende conto della decisione di fronte alla telecamere di Otto e ½, il programma di approfondimento politico e culturale diretto da Lilli Gruber.

Anzitutto, facendo  presente che il figlio non é stato candidato ieri, ma è vent’anni che fa politica. Ha, inoltre, 40 anni, è poliziotto da 20 e ha 3 figli. Non solo: è da quando esiste l’Idv che fa politica nel partito ed è stato eletto in Consiglio comunale. Insomma, la gavetta se l’è fatta.



In Consiglio Regionale, secondo Di Pietro, sarà eletto se valutato per quello che ha fatto. E, soprattutto, dovrà fare campagna elettorale. Rispetto alla defezione avvenuta all’interno del partito, in seguito alle accuse di nepotismo, l’ex pm di Mani Pulite liquida i dissidenti come «3 o 4 persone a cui non è andato bene che la loro proposta di candidatura non sia stata accettata».



In sostanza, secondo Di Pietro, la società, spesso, compie l’errore di valutare i figli per gli errori dei patri.

Discutendo di alleanze, poi, ha voluto ringraziare pubblicamente il leader del Pd Pierluigi Bersani per aver dimostrato grande responsabilità decidendo di coalizzarsi con Sel e l’Idv. Ha spiegato che è riuscito a convincerlo semplicemente ricordandoli che il suo partito è pronto a compiere un passo del genere. E che è inutile continuare a corteggiare i dubbiosi, ovvero l’Udc di Casini. Di Pietro spiega che ciò che contesta con termini forti e – riconosce – forse poco azzeccati – è il fatto che alcune formazioni non intendano annunciare fin da subito con chi ci si intende alleare, a quale scopo e con quali programmi.



A scanso di equivoci, porta un esempio: «Mentre noi stiamo parlando sono state depositate le liste in Molise. Ebbene: l’Udc è alleata con il centrodestra. Rispetto a un partito che si è alleato ieri con nemico, è inutile che continui a fargli l’occhiolino. Ti ha già tradito prima ancora di partire!».

Il leader dell’Idv, infine, ha annunciato che «grazie alla collaborazione della società civile e di altre formazioni politiche l’obiettivo delle firme da raggiungere per il referendum sulla legge elettorale sarà conseguito». In particolare, «qualunque legge si farà dopo dovrà essere per il sistema bipolare e maggioritario».