Domani, 21 settembre, la Camera dovrà votare sulla richiesta di arresto del parlamentare del Pdl, Marco Milanese. Una giornata che fa tornare alla mente quel 20 luglio in cui si votò la medesima richiesta nei confronti di Alfonso Papa, oggi in carcere, e del senatore Alberto Tedesco, “salvato” invece dai colleghi del Senato.
Il voto sarà segreto ed elettronico. Un tema su cui la conferenza dei capigruppo ha discusso a lungo. Fabrizio Cicchitto (Pdl) aveva proposto con insistenza, infatti, l’uso delle palline per evitare che, come accadde quel giorno, vengano usati stratagemmi per rendere palese la propria scelta.
Un’ipotesi subito scartata dal Presidente della Camera, Gianfranco Fini, secondo cui le palline possono essere usate soltanto in caso di un malfunzionamento del dispositivo elettronico. Fini ha anche respinto la tesi secondo la quale l’assenza di Papa falserebbe il voto avanzata sempre dal Pdl.
Il nodo politico non riguarda però le modalità di voto. Il governo domani rischia tantissimo. Marco Milanese, infatti, non è un deputato qualunque, ma il braccio destro del ministro dell’Economia, Giulio Tremonti. Il suo eventuale arresto sarebbe un colpo durissimo sia per il titolare di via XX Settembre sia per tutto l’esecutivo.
Il voto segreto tra l’altro può tentare i numerosi nemici di Tremonti presenti nel Pdl. Ma anche in casa Lega l’agitazione è palpabile. Il Carroccio, che aveva votato a favore dell’arresto di Papa, oggi dice di voler salvare Milanese e non solo per una questione di fedeltà nei confronti dell’amico Giulio. La compagine leghista, però, non sembra granitica come un tempo. I giornali da mesi disegnano lotte intestine tra le diverse anime, scontri tra colonnelli e “cerchi magici”. Una situazione che potrebbe favorire qualche sorpresa, dagli effetti difficilmente prevedibili.
Pochi i dubbi nell’opposizione che voterà a favore dell’arresto. «Hai detto: noi non voteremo perchè mi dispiace mandare la gente in galera. Caro Umberto, sei sempre tu? Stai bene? Che ti ha fatto Berlusconi? Non è che hai perso un pò la testa?», ha dichiarato Antonio Di Pietro (Idv), provocando il leader del Carroccio alla trasmissione di Retequattro “La versione di Banfì”.
Più cauto il parere di un esponente moderato del Partito Democratico come Marco Follini: «Su Milanese non spetta a me dare giudizi. Quando si decide sulla libertà personale di un parlamentare credo sia giusto prima interrogare la propria coscienza evitando di indossare casacche di parte. Anche per questo credo sia più corretto che il voto avvenga a scrutinio segreto».