Botta e risposta tra Capo dello Stato e Lega. Ieri Giorgio Napolitano aveva voluto commentare il discorso fatto da Umberto Bossi a Venezia, durante la Festa dei popoli padani. Un discorso in cui ovviamente la parte principale era stata il richiamo alla secessione, con parole forti come quelle che si riferivano a milioni di cittadini “pronti a combattere”. Parole poi stemperate nel corso dello stesso discorso con l’offerta di un metodo più democratico per arrivare alla secessione, e cioè il referendum. Ma pur sempre necessione, visto che, come diceva ancora Bossi, l’Italia sta sprofondando e l’unica altenrativa è la Padania.  Il presidente della Repubblica ieri aveva stigmatizzato queste parole, dicendo che ogni idea di secessione è fuori della storia e fuori della realtà. Oggi nuova replica, questa volta della Lega alle parole di Napolitano. Lo ha fatto il capogruppo alla Camera Marco Reguzzoni ospite di Mattino 5 intervistato dal direttore di Libero Maurizio Belpietro. Reguzzoni ha detto che per principio e anche per doveroso rispetto la Lega non commenta mai le dichiarazioni del Capo dello Stato. Aggiungendo però che “Bossi però a Venezia ha fatto riferimento alla necessità che si possa esprimere il popolo, il popolo è sempre sovrano e quindi è l’unica figura che è sempre sopra il Capo dello Stato. Il popolo ha sempre diritto di dire la sua”.  Nel suo discorso, Napolitano nel dettaglio aveva detto che agitare ancora la bandiera della secessione significa porsi fuori dalla storia e dalla realtà. Aveva poi aggiunto che vista la profondità delle radici del nostro stare insieme in quanto italiani, l’agitare ancora oggi la bandiera della secessione vuol dirsi porre fuori dalla storia, dalla concreta realtà e da quell’indispensabile impegno comune per far fronte alla crisi finanziaria. A proposito di crisi finanziaria, Napolitano aveva poi detto che per superarla è necessaria “una piattaforma meditata che nasca da consultazioni ampie per il rilancio della crescita”. Un impegno comune, per Napolitano, condizione indispensabile per fronteggiare la crisi e riferendosi alla decisione di ieri dell’agenzia Standard & Poor’s, aveva detto che certi dati non rimpiccioliscono l’Italia.



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