La Camera ha respinto la richiesta di arresto della procura di Napoli nei confronti dell’On. Marco Milanese, deputato del Pdl ed ex braccio destro del ministro dell’Economia, Giulio Tremonti. Sono stati 312 i voti contrari, 305 i favorevoli. Uno scarto minimo, ma sufficiente a evitare a Milanese la carcerazione. Nelle file della maggioranza mancherebbero 7 voti. I franchi tiratori del centrodestra, ancora da identificare, hanno infatti fatto avvicinare pericolosamente i voti dell’opposizione, che avrebbe dovuto fermarsi a quota 299 voti.
Lo scrutinio è stato segreto ed elettronico, come deciso ieri dal Presidente della Camera, Gianfranco Fini, tra le polemiche della maggioranza. Assente giustificato, per un viaggio a Washington, il titolare di via XX Settembre. Presenti in Aula tra i banchi del governo il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi e il leader della Lega Nord, Umberto Bossi. Il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, ha preso invece posto nelle file dei leghisti.
A differenza di quanto accadde il 20 luglio scorso, quando il Parlamento autorizzò l’arresto di Alfonso Papa (Pdl), questa volta la Lega Nord ha deciso di schierarsi a difesa del deputato. Favorevole all’arresto tutta l’opposizione, Terzo Polo compreso.
Al termine della votazione Milanese, che aveva seguito l’annuncio del risultato del presidente Fini seduto nel suo banco, ha ricevuto gli abbracci e le strette di mano dei suoi colleghi di maggioranza. Poi l’incontro con il premier Berlusconi, uno dei primi a uscire dall’Aula dopo la votazione.
Tra i reati ipotizzati nei confronti dell’ex comandante della Guardia di Finanza: associazione per delinquere, corruzione e rivelazione di segreto d’ufficio. Milanese avrebbe rivelato notizie sulle indagini svolte dalle Fiamme gialle e avrebbe distribuito nomine in alcune società controllate dal Tesoro in cambio di denaro.
La notizia è stata accolta dal Popolo Viola, da questa mattina in Piazza Montecitorio davanti alla Camera dei deputati, al grido di “Vergogna, vergogna”.
«E’ stato respinto un tentativo giustizialista», ha dichiarato il capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto. «La maggioranza ha tenuto e ha fatto il pieno – ha proseguito Cicchitto -. Il Parlamento ha così respinto il tentativo di privare la maggioranza di un’altra persona».
«Bossi ha venduto a Berlusconi i voti della Lega – ha commentato Carmelo Briguglio, vice presidente vicario dei deputati di Fli -. Da oggi il Carroccio avrà difficoltà di comprensione col suo elettorato. Si aprono varchi e praterie nella base leghista, soprattutto quella dura e pura, insomma i leghisti di Roma ladrona…». Accuese alle quali il Senatur non sembra prestare attenzione. «L’avevo detto che la Lega non avrebbe fatto cadere il Governo – ha dichiarato il leader del Carroccio -. Siamo alleati leali».
Secondo Oliviero Diliberto, segretario nazionale Pdci-Federazione della Sinistra, invece: «sui soldi e il malaffare Berlusconi e Bossi riescono a tenere in piedi una maggioranza che se ne infischia delle leggi, del sentire del popolo italiano, della democrazia e della Carta costituzionale. L’Italia è davvero a rischio. perchè nell’Italia berlusconiana la morale non ha posto né legittimità».